Il processo ad Antonello Lovato, accusato per la morte di Satnam Singh, sarà a porte chiuse.
Così ha disposto il presidente del Tribunale, su istanza presentata dalla difesa, comunicando il divieto di accesso per fotografi e operatori televisivi, sia in aula che nell’atrio del palazzo di giustizia di Latina. La decisione è motivata dalla necessità di garantire l’ordinario accesso ai soggetti coinvolti, evitando interferenze, limitando così, il lavoro dei media e la possibilità di raccontarlo ai cittadini: una decisione che farà discutere.

Intanto, il dibattimento in Corte d’Assise inizierà il 1° aprile e vedrà imputato come detto, l’imprenditore Antonello Lovato, accusato di omicidio volontario e in carcere dal 2 luglio, reo di aver abbandonato in agonia Satnam Singh, bracciante indiano, dopo un grave incidente sul lavoro, lasciandolo davanti casa con il braccio amputato in una cassetta. Singh purtroppo morì due giorni dopo al San Camillo di Roma per il trauma riportato.
Numerose le richieste di costituzione di parte civile, tra cui Regione Lazio, Comuni di Latina e Cisterna e la Cgil.
Il processo si annuncia mediaticamente rilevante, in un contesto segnato da proteste e un’indagine parlamentare sul “tarlo” del caporalato. Ma a quanto pare, questo non basta per rendere il processo di dominio pubblico.









