Un’aula gremita di parenti degli imputati che si sono lasciati andare ad applausi e abbracci al termine della lettura della sentenza del processo Reset, uno dei procedimenti giudiziari più attesi e complessi che hanno segnato la città in questi anni. Venerdì sera il presidente del Collegio Penale, Mario La Rosa, ha pronunciato un verdetto che ha sconfessato gran parte dell’impianto accusatorio della Direzione Distrettuale Antimafia. L’accusa aveva richiesto oltre 412 anni di carcere per i 31 imputati, ma le condanne complessive sono state ridimensionate a meno di 50 anni, con molte assoluzioni che hanno cambiato radicalmente il quadro giudiziario.
Un quadro quasi inaspettato, che ha visto inflitte le pene più alte ad Angelo Travali, con 12 anni e 3 mesi di reclusione, e al fratello Salvatore Travali, con 10 anni, la stessa per Angelo Morelli, mentre Valentina Travali ha ricevuto 2 anni, due anni e otto mesi per Denis Cristofoli, 3 anni per Corrado Giuliani. Costantino “Cha Cha” Di Silvio sbatte i pugni sul banco quando ascolta il verdetto che lo riguarda, direttamente in collegamento video dal carcere: otto anni e quattro mesi. Il tribunale non ha riconosciuto le accuse di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, così come quelle per corruzione. Tra gli assolti, figurano molti presunti fornitori di droga e altri imputati per cui la Corte ha ritenuto insufficienti le prove. Riconosciuta invece l’aggravante mafiosa per alcuni episodi di estorsione, che ha comportato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i principali condannati.
Il risultato del processo, durato oltre 50 udienze, è stato definito “storico” dalle difese. Il Comune di Latina e l’Associazione Caponnetto, costituitisi parti civili, hanno ricevuto un risarcimento simbolico di 20mila euro per i danni economici e di immagine subiti dalla comunità.
Probabile il ricorso in appello da parte della Procura, che aveva definito Reset un’indagine cruciale contro le infiltrazioni criminali. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nei prossimi 90 giorni, ma l’eco di questa vicenda giudiziaria continuerà a farsi sentire a lungo.









