Abusi ai giovani scout, condanna definitiva e niente appello per Di Pinto

Arriva la conferma definitiva che pone fine, almeno sul piano giudiziario, a una vicenda che aveva profondamente toccato non solo la città di Terracina, ma anche l’intera provincia di Latina. Il caso riguarda gli abusi compiuti dal capo scout Simone Di Pinto su alcuni giovani legati alla parrocchia di San Domenico Savio. L’imputato insieme ai suoi legali ha deciso di non proseguire nei gradi di giudizio rinunciando all’appello. Una scelta che ha ribadito la sua responsabilità e riconosciute le sofferenze inflitte alle giovani vittime.

Nella quotidianità, Di Pinto svolgeva il ruolo di educatore scout dei bambini della parrocchia. Sui social, però, utilizzava il falso nome di Aurora Lucci, identità costruita per avvicinare i minori e poi ricattarli. Attraverso chat e messaggi otteneva contenuti intimi e, una volta in possesso del materiale, minacciava di diffonderlo se non avesse ricevuto denaro.

Il particolare più inquietante è che alcuni dei ragazzi, spaventati da queste pressioni, si confidavano proprio con lui, ignari del fatto che fosse la stessa persona che li stava ricattando online. In un episodio, uno dei minori consegnò 55 euro a Di Pinto per fermare le richieste della presunta “Aurora”. Benché condannato, Di Pinto non è detenuto in carcere ma sta scontando la misura degli arresti domiciliari, con la possibilità di seguire le lezioni universitarie a Latina.