Sandokan, il boss dei Casalesi inizia a collaborare

Francesco Schiavone, noto come “Sandokan”, ex capo del clan dei Casalesi, ha iniziato a collaborare con la giustizia. Ferito e forse afflitto da cancro, teme di morire in carcere e ha deciso di parlare con i magistrati della DDA di Napoli. Questa mossa potrebbe finalmente fare luce su molti degli aspetti oscuri che circondano il potente clan criminale. La notizia del suo pentimento è stata confermata dalla Direzione nazionale antimafia, Schiavone sta attualmente rilasciando dichiarazioni e avrebbe iniziato a collaborare dai primi di marzo.

Il clima di tensione è palpabile in provincia di Caserta e nel sud pontino, territori da lungo tempo controllati dai Casalesi. Questo clan criminale ha esercitato un forte controllo sull’economia locale, sul traffico di droga e ha causato numerose vittime e scandali nel corso degli anni. La recente decisione di Schiavone ha fatto tremare la regione, evidenziando la fragilità del potere criminale.

La sua collaborazione è stata preceduta da indizi significativi, come il misterioso sparire dei familiari di Schiavone e il suo trasferimento in un carcere con un reparto per detenuti oncologici. Questi eventi hanno alimentato speculazioni sulla sua salute e sulla natura del suo coinvolgimento con la giustizia. Tuttavia, si sospetta che il trasferimento possa essere stato una misura precauzionale per proteggere Schiavone e mantenere segreta la sua collaborazione.