Economia & imprese
Rubrica settimanale
a cura di Ivan Simeone
i.simeone@virgilio.it
I dati e le statistiche che si susseguono, trimestre dopo trimestre, evidenziano sempre di più una situazione di difficoltà, ormai conclamata, delle attività commerciali al dettaglio, in particolare quelle presenti nei centri delle nostre città; centri che, giorno dopo giorno, si stanno desertificando sempre più e sono sempre meno i grandi marchi, le attività commerciali legate alla moda e al fashion, per lasciare il posto al food ed alle varie tipologie di attività legate alla somministrazione.
L’opportunità di vedere strade della moda e del bello, anche nelle nostre Città di provincia, rischia di allontanarsi sempre di più se le Istituzioni locai non mettono mano ad interventi concreti e condivisi con gli operatori.
Secondo gli ultimi dati del terzo trimestre 2025, elaborati dalla Confesercenti e dal CER, il Centro Europa Ricerche. I dati ci dicono che l’occupazione sta segnando dei buoni risultati ed è in crescita, anche se vi è il problema degli stipendi che sono sempre bassi e spesso si registra anche sacche di occupazione che possiamo definire “atipica”, fatta di collaborazioni continuative e partite IVA. “Il mercato del lavoro mostra un segnale incoraggiante, con gli occupati nel trimestre in aumento dello 0,9% su base annua, il dato migliore dall’inizio dell’anno, anche se il dato di agosto registra una perdita di quasi 60mila posti”
L’inflazione è in diminuzione ma la “famiglia consumatrice” ancora fa fatica.
Secondo i dati (vedi www.confesercenti.it) nei primi nove mesi del 2025 l’aumento acquisito della spesa è dello 0,3%, contro l’1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente.
Il “commercio al dettaglio” è il settore che maggiormente è in difficoltà. Nel terzo trimestre il volume delle vendite si riduce dello 0,4%, dopo i cali già registrati nei mesi precedenti.
La fiducia delle famiglie segna un recupero rispetto al trimestre precedente ma sempre al di sotto dei livelli raggiunti nei primi mesi del 2025. La fiducia delle imprese del commercio, sempre secondo i dati elaborati, è in leggera risalita dopo il fermo di agosto.
Un dato interessante, guardando il mese di agosto è quello che vede l’andamento delle vendite dei beni non alimentari in diminuzione sia in valori che in volume, mentre le vendite alimentari sono aumentate in valori ma diminuiscono in volumi ovvero si compra di meno spendendo di più.
Altro ulteriore grido di allarme (ma ormai è divenuta una costante) il valore delle vendite al dettaglio è in aumento nella grande distribuzione mentre è in diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (dati ISTAT agosto 2025).
Si potrebbe continuare selezionando i dati e percentuali ma il risultato non cambia: difficoltà continua delle attività commerciali prevalentemente nei centri cittadini, tenuta dei centri commerciali, aumento dei costi per i generi alimentari e buona ripresa dell’occupazione ma con salari –per la maggioranza dei lavoratori- non sufficienti rispetto al costo della vita attuale.
Ma cosa fare? È la domanda che ci poniamo sempre. Tutte le Organizzazioni datoriali lanciano costantemente input, analisi e proposte.
Certamente rafforzare i salari dei lavoratori dipendenti ed eliminare tutta la burocrazia che attanaglia le micro-attività. Un vero sostegno finanziario alle piccole attività commerciali come a quelle artigiane. I dati ci dicono che aumentano i finanziamenti alle grandi imprese ma si “restringono” per le piccole realtà produttive.
Molto si potrebbe fare a livello degli Enti locali. I nostri Comuni, le nostre Amministrazioni con i propri Assessorati alle Attività Produttive, strumenti strategici per ogni Amministrazione, dovrebbero attivare dei progetti di sostegno alle attività produttive, con realismo e professionalità, concertandole con le espressioni degli Operatori economici locali.
Campagne promozionali e di marketing locale, bonus ed incentivi economici locali, detassazione, supporto per la promozione di eventi e azioni turistiche di livello, politiche per sostenere gli affitti commerciali del centro cittadino, un piano di mobilità e parcheggi che favorisca e sostenga il centro cittadino, meno burocrazia, piano del commercio dove non è presente… si potrebbe andare avanti all’infinito ma alla base di tutto ci vorrebbe una sempre maggiore politica del “buon senso” e della concretezza.









