Istat: cala la fiducia di imprese e famiglie consumatrici. Stabile il “comune sentire” degli operatori del commercio al dettaglio

Economia 

Rubrica settimanale 

A cura di Ivan Simeone 

i.simeone@virgilio.it

 

Gli ultimi dati ISTAT – www.istat.it- lasciano un po’ di incertezza sul comune sentire delle Famiglie consumatrici e delle stesse imprese. Il clima generale non è dei migliori anche se alcuni segmenti produttivi sperano in una ripresa e, riguardo al commercio di vicinato, si guarda fiduciosi alle prossime vendite della collezione primavera-estate.

Complessivamente, secondo l’ISTAT, “il clima di fiducia dei consumatori cala da 98,8 a 95,0 e l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese scende da 94,7 a 93,3. Tra i consumatori, si evidenzia un deciso peggioramento del clima economico e di quello futuro (il primo scende da 100,2 a 93,2 e il secondo passa da 96,6 a 91,1); il clima personale e quello corrente registrano una diminuzione più contenuta (rispettivamente da 98,3 a 95,7 e da 100,5 a 97,9).”

Se andiamo a leggere il dettaglio, vediamo come la fiducia da parte del comparto dei servizi e della manifattura è in discesa, mentre stabile il settore commercio al dettaglio e aumenta sensibilmente la fiducia delle imprese legate al mondo dell’edilizia, particolarmente per quanto riguarda l’aspetto occupazionale. 

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Per la Confesercenti, l’Associazione di Categoria che rappresenta le attività commerciali e le MPMI – www.confesercenti.it -, sulla situazione di allarme e di non-fiducia, “pesano gli aumenti dei prezzi energetici che hanno aggravato il costo delle bollette ed il caos sulle polizze catastrofali che incide negativamente sulle imprese, mentre iniziano a manifestarsi le preoccupazioni per la svolta negativa impressa dall’Amministrazione Trump sulle prospettive economiche mondiali. Il dato odierno rischia, perciò, di ripercuotersi negativamente sui consumi della prossima primavera, vanificando gli effetti espansivi associati alle festività pasquali ed al lungo ponte successivo.”