Latina, la Forestale smaschera la truffa delle olive verniciate: sequestrate 80 tonnellate

Più sono verdi e più attraggono i consumatori. Più le coloriamo, quindi, e più ne vendiamo! Con questo semplice ragionamento hanno agito le aziende smascherate in questi giorni dal comando provinciale del Corpo Forestale nell’ambito dell’operazione “Olive verniciate”: il nucleo agroalimentare di Latina ha sequestrato infatti 80 tonnellate di prodotto scaduto, privo di etichettatura, alterato o in cattivo stato di conservazione.

SEQUESTRO DI 80 TONNELLATE

Il blitz, che ha portato alla denuncia di due persone, è partito con una serie di campionamenti nelle ditte produttrici e nei punti vendita. I presunti responsabili dovranno rispondere di impiego fraudolento di additivi non consentiti, vendita di alimenti non genuini, detenzione per il commercio, in modo doloso, di sostanze destinate all’alimentazione pericolose per la salute pubblica. Sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per un importo di diverse migliaia di euro.

 

IL TRUCCO DEGLI ADDITIVI ATOSSICI

Pensando di trovare un maggior favore da parte dei consumatori, alcuni produttori hanno fatto ampio ricorso a due coloranti di origine vegetale, l’E140 e l’E141, a base di clorofilla o di suoi derivati rameici. Tali coloranti, atossici, sono tuttavia banditi dalle olive e da svariati anni gli organi di controllo vigilano affinché le olive verdi da mensa commercializzate ne siano esenti.

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IL NUOVO METODO: IL RICORSO AL SOLFATO DI RAME

Per poter eludere tale sorveglianza, recentemente sono state messe a punto delle nuove tipologie di frodi, per cui, al posto dei coloranti a base di clorofilla, le olive vengono immerse in soluzioni concentrate a base di solfato di rame, ossia vengono “verniciate” , come si dice nel gergo di chi pratica questo tipo di frode, per conferire una colorazione verde intensa, anche in presenza di olive raccolte nell’annata precedente e, dunque, caratterizzate da una colorazione estremamente sbiadita. L’efficacia della frode è garantita da fatto che, di norma, il solfato di rame non viene impiegato quale colorante, anche a fronte della sua tossicità, e che pertanto non viene ricercato nelle normali analisi di laboratorio eseguite dagli organi di controllo. Tale sostanza è poi ammessa per scopi fitosanitari ma in misura non superiore ai 30 mg/kg: sulle olive in questione, invece, è stata riscontrata una quantità che si aggira sui 70 mg/kg.

 

GLI EFFETTI NOCIVI DEL NUOVO COLORANTE E I CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

Il solfato di rame è bio-accumulabile dall’organismo e pertanto persiste negli organi e come tutti i metalli è difficilmente smaltibile. In sostanza il trattamento consentiva di rendere le olive molto più colorate, di un verde intenso ed uniforme su tutti i frutti; di riciclare olive prodotte nelle annate precedenti smaltendo le scorte presenti in magazzino.  È consigliato pertanto scegliere le olive dolci da tavola che non abbiano una colorazione verde intenso e uniforme.