Labrador ucciso a fucilate, la rabbia della LNDC Animal Protection

Monta la rabbia per il caso dell’uccisione di un cane di razza Labrador, ucciso a colpi di fucile nella notte tra giovedì 13 e venerdì 14 novembre a Pontinia. L’episodio, avvenuto intorno alle 3 del mattino in via Migliara 49, sul ponte del fiume Selcella, ha suscitato profonda indignazione. LNDC Animal Protection ha condannato con forza l’accaduto, presentato denuncia e annunciato la volontà di seguire da vicino le indagini.

Il corpo dell’animale è stato affidato all’Istituto Zooprofilattico di Latina per l’autopsia, utile a chiarire quanto accaduto e raccogliere elementi per risalire all’autore del gesto.

“Siamo di fronte all’ennesimo gesto di violenza inaudita, che non può e non deve restare impunito”, dichiara Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection. “Sparare a un cane indifeso nel cuore della notte non è solo un atto di crudeltà gratuita, ma un chiaro segnale del grado di pericolosità sociale di chi lo ha compiuto. Confidiamo che le forze dell’ordine possano risalire al responsabile e chiediamo a chiunque abbia visto o sentito qualcosa di farsi avanti: il silenzio e l’omertà proteggono soltanto chi fa del male.”

L’associazione, che ha appreso la notizia da un post delle guardie zoofile di Latina, invita tutti i cittadini a segnalare qualsiasi movimento sospetto, veicolo o testimonianza utile alle indagini. Anche un piccolo dettaglio potrebbe essere decisivo per individuare il colpevole e rendere giustizia all’animale barbaramente ucciso.

Chiunque disponga di informazioni può inviare una segnalazione all’indirizzo avvocato@lndcanimalprotection.org. L’ufficio legale di LNDC Animal Protection raccoglierà le comunicazioni per supportare la denuncia già presentata e le attività investigative in corso.

LNDC rinnova infine il proprio impegno nella lotta contro ogni forma di violenza sugli animali. “La risposta della cittadinanza è fondamentale. Solo unendo le forze possiamo difendere chi non ha voce e assicurare alla giustizia chi si macchia di simili atrocità”, conclude Rosati.