Sicurezza stradale, Delle Cave scrive a Meloni e Salvini: “Latina rischia troppo”

Salvini e Meloni

Una denuncia dura, dettagliata e indirizzata ai massimi livelli dello Stato. Giovanni Delle Cave, responsabile provinciale dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada per Latina e Frosinone, ha scritto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Vicepremier Matteo Salvini, al Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e ai vertici nazionali e locali delle forze dell’ordine per segnalare la gravissima carenza di organico che sta compromettendo la sicurezza stradale nel territorio pontino.

Secondo quanto riportato nella lettera, la Polizia Stradale di Latina è passata dalle 60 unità operative degli anni ’90 alle appena 30 attuali, di cui solo 24 effettivamente impiegabili su strada. Di queste, soltanto otto risultano assegnate ai servizi di pattugliamento, mentre cinque sono assorbite dalla Sala Operativa provinciale. Una condizione definita da Delle Cave “incompatibile con la missione di tutela della vita umana sulle strade”.

Il quadro statistico, sottolinea l’associazione, parla chiaro: la provincia di Latina è terza in Italia per mortalità stradale, pur essendo tra le ultime per percezione della sicurezza. Un paradosso che, secondo Delle Cave, “evidenzia in modo inequivocabile il nesso causale tra la mancanza di pattuglie e l’aumento dei decessi”.

Ulteriori preoccupazioni arrivano dalle mancate promesse di rinforzi: non solo nessun nuovo agente è arrivato, ma altri operatori sono stati trasferiti altrove, aggravando una situazione già critica. I servizi, si legge nella lettera, vengono garantiti ormai solo grazie a turni di straordinario volontari: “una forma di volontariato di coscienza che non può sostituire una dotazione organica adeguata”.

Delle Cave richiama le istituzioni ai loro obblighi, citando gli articoli 1, 11 e 12 del Codice della Strada, che attribuiscono proprio alla Polizia Stradale il compito principale di prevenzione, controllo e rilevazione degli incidenti. E chiede interventi immediati:
– il ripristino dell’organico minimo necessario;
– il potenziamento della Squadra di Polizia Giudiziaria, oggi ridotta a due unità;
– pattugliamenti costanti sulle principali arterie;
– lo stop ai trasferimenti in uscita;
– e, in ultima istanza, la valutazione dell’impiego dell’Esercito per garantire sicurezza.

La lettera si chiude con un appello diretto: “Le famiglie delle vittime e i cittadini hanno diritto a strade sicure. Non possiamo permettere che il territorio pontino diventi terra di nessuno”.

Una presa di posizione forte, che accende nuovamente i riflettori su un’emergenza poco raccontata ma ben presente: la sicurezza sulle strade pontine, oggi più che mai, passa anche dalla capacità dello Stato di presidiare il territorio.