Latina, le piscine comunali in Trasparenza: quelle utenze difficili da separare. Ranieri: i lavori nel 2019

Se “Olimpia” affronta il maxi processo con un carico di 37 imputati e con il Comune di Latina parte civile, in commissione Trasparenza approda la nota dolente delle piscine dell’ente, da cui il nome dell’inchiesta in quanto al centro dell’interrogazione parlamentare che diede il “la” alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano sui rapporti malati tra la pubblica amministrazione del capoluogo pontino e gli imprenditori locali.

Oggi all’attenzione dei commissari, su iniziativa della presidente Matilde Celentano, all’opposizione con la lista Calandrini, un approfondimento in merito alla gestione e alle norme contrattuali relative alle piscine comunali. Una questione sollecitata più volte anche dalla consigliera di maggioranza Marina Aramini. Un tema particolarmente sentito da tutti i rappresentanti delle forze politiche presenti attualmente in Consiglio comunale e sul quale Latina Bene Comune ha puntato molto, sin dall’inizio della consiliatura, per riscrivere il nuovo libro della città, basato sugli interessi collettivi anziché di pochi privati come spesso sarebbe avvenuto in passato, stando ai risvolti delle diverse inchieste giudiziarie. Sembrava ai nuovi amministratori cosa semplice.

Ma oggi, a distanza di due anni dai clamorosi arresti, la separazione delle utenze dell’impianto sportivo, posta da Lbc come una delle priorità per sciogliere i nodi della struttura di via dei Mille, s’adda ancora fare. A spiegare il perché in commissione Trasparenza è stato l’assessore ai Lavori pubblici Emilio Ranieri che ha ripercorso la storia della concessione delle piscine, quella al chiuso e quella all’aperto, a far data dal contratto di project financing, per la realizzazione dell’impianto natatorio open e la futura gestione di entrambe le piscine, stipulato nel 2006 (amministrazione a guida di Vincenzo Zaccheo) con la società Vona Costruzioni spa – associazione sportiva dilettantistica “Circolo Ambranuoto” a cui è poi subentrata la “Nuoto 2000”. Il contratto prevedeva che in attesa della separazione delle utenze il Comune avrebbe sostenuto le spese relative ai consumi. Un dettaglio politicamente grave per l’assessore Ranieri che ha poi sottolineato come nel 2012 lo svantaggio per il Comune si sarebbe ulteriormente appesantito per via di un protocollo d’intesa (la cui validità è stata messa in discussione da una determina di ottobre 2016 dall’ex dirigente Giovanni Della Penna) in base al quale si stabiliva che la piscina open fosse gestita dall’ente municipale nei mesi invernali, quando per riscaldarla costava molto di più. Questa l’eredità del passato, arricchita da quattro contenziosi tra Comune e la Nuoto 2000 non ancora giunti a conclusione: pagamento utenze, uso delle corsie, protocollo 2012, manutenzione impianti. Su quest’ultimo contenzioso – ha aggiunto Ranieri – è stato fatto un accertamento tecnico preventivo, ovvero un’ispezione giudiziale per la verifica dello stato dei luoghi.

I soldi per la separazione delle utenze erano stati previsti in bilancio dal commissario Giacomo Barbato, nell’anno che ha sperato l’amministrazione a guida del sindaco Giovanni Di Giorgi con quella a guida dell’attuale sindaco Damiano Coletta. Stando all’audizione dell’assessore Ranieri, nella seduta odierna della commissione trasparenza, si sarebbe tentato di realizzare dei by-pass dalla attuale centrale termica. Un vicolo cieco, perché per una soluzione efficacie sarebbe stato necessario prevedere tre distinte centrali termiche, una in uso al palazzetto, una in uso alla piscina scoperta e una terza in uso alla piscina coperta. Si arriva così nel 2017: l’ingegnere Pierpaolo Capponi, incaricato dal Comune, fa un progetto e lo consegna all’ente a fine anno. Ma per gli uffici del Comune c’è qualcosa da rivedere. Il progetto torna all’ingegnere Capponi che lo “ritocca” e lo riconsegna a febbraio 2018. Visto lo stanziamento di 300mila euro, cosa manca ancora? “Il progetto deve essere validato. E’ poi necessario che la determina a contrarre sia firmata entro la fine dell’anno – ha detto Ranieri -. Con l’avvio del 2019 sarà espletata la gara d’appalto e realizzati i lavori per la cui esecuzione sarà necessario sospendere le attività sportive. Cercheremo di far coincidere i lavori nei mesi in cui le piscine sono meno affollate”.

Nel corso della seduta di commissione sulle piscine comunali sono state segnalate anche altre questioni. La presidente Celentano, ad esempio, quando ha introdotto l’argomento ha riferito che in Italia esistono solo altre due piscine open utilizzate nei mesi invernali, segnalando che a Latina a volte, nonostante il riscaldamento acceso, la temperatura dell’acqua scende al di sotto dei 26 gradi, limite consentito: mancano gli spogliatoi, la gradinata esterna è ripidissima e sprovvista di passamano. Perché non si è mai pensato di realizzare una struttura tensostatica? Di questo e dei numerosissimi altri “nodi” tornati al pettine la commissione Trasparenza continuerà a riunirsi.

A margine della seduta odierna, nella quale più commissari hanno sollecitato il parere dell’avvocatura per valutare la possibilità di modifica del contratto in essere con il gestore, la consigliera dem Nicoletta Zuliani ha ricordato l’approvazione di una mozione del Pd per impegnare sindaco e giunta ad avviare l’iter necessario per l’utilizzo di spazi d’acqua riservati al Comune per le categorie più svantaggiate: “Sono passati sei mesi – ha detto -. Cosa è stato fatto?”.