Piranesi a Cori, taglio del nastro per la mostra dedicata al genio veneziano dell’incisione

Ha aperto i battenti l’esposizione “Le Antichità di Cora. I Rami Originali”, evento con il quale la città celebra il 300° anniversario della nascita di Giovambattista Piranesi, eclettica figura di architetto, incisore, archeologo e designer.

La cerimonia di apertura era riservata alle istituzioni. Accanto al sindaco di Cori Mauro Primio De Lillis e al professor Domenico Palombi (Università La Sapienza di Roma), curatore della mostra, erano presenti il consigliere regionale Salvatore la Penna in rappresentanza della Regione Lazio, il prefetto di Latina Maurizio Falco, il questore di Latina Michele Maria Spina, il presidente della Provincia Carlo Medici, il comandante provinciale dei Carabinieri di Latina Lorenzo D’Aloia, il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Latina Gerardo Totaro, e una rappresentanza dei sindaci del territorio.

Nutrita anche la presenza di studiosi, quali i proff. Mario Bevilacqua dell’Università di Firenze e Clare Hornsby, entrambi studiosi piranesiani di fama internazionale, e Ginevra Mariani, massima conoscitrice della tecnica piranesiana, da anni impegnata nell’edizione dei rami di Piranesi.

È un onore per la città ospitare questo evento – ha detto il sindaco De Lillis – e poter accogliere così illustri ospiti la cui presenza rende il giusto merito a un’iniziativa che abbiamo voluto comunque realizzare nonostante il nostro pensiero costante vada alla situazione sanitaria e alla tutela della salute dei cittadini. Cori dice grazie a Piranesi che ha reso noti alcuni autentici gioielli della nostra città, all’Istituto Nazionale per la Grafica che ne conserva i rami originali e ci ha consentito questo allestimento, al prof. Palombi che lo ha ideato e curato e alla Regione Lazio che ci ha sostenuto in questo impegno”.

“Il bello è di tutti – così il prefetto Falco – e iniziative come questa servono a stringere la comunità attorno alle sue migliori origini, fondamentale soprattutto in un tempo difficile come quello che viviamo. Me ne complimento con il sindaco – ha aggiunto – la persona peraltro che dal primo giorno del mio arrivo ha dimostrato la volontà di collaborare con lo Stato”.

“La cultura e il bello non sono un orpello superfluo – ha affermato il prof. Palombi, curatore della mostra – né qualcosa da relegare in coda ai tg. Abbiamo pensato a questo evento un anno fa – ha poi raccontato – prima dell’esplosione della pandemia, eppure abbiamo deciso di lavorare comunque al progetto nella consapevolezza di ciò che stavamo facendo. La scuola e l’università, che costituisce il mio ambito, sono presidi fondamentali – ha detto ancora – il dialogo tra istituzioni e luoghi della ricerca e della cultura è fondamentale. Mi piace infine ricordare che oggi Piranesi torna a Cori per la terza volta: la prima nel ’79 con l’evento ‘Piranesi nei luoghi di Piranesi’, poi per l’inaugurazione del museo che compie 20 anni e ora, nel convento agostiniano di Sant’Oliva, unico luogo della città moderna che Piranesi cita nelle Antichità di Cora”.

All’ingresso dell’esposizione si viene accolti dal sintetico racconto per immagini dell’intera opera del Piranesi, e i mega-pannelli raccontano l’epoca, la storia e la tecnica del Piranesi. I rami sono esposti al terzo piano del Museo con un allestimento di grande effetto, curato dall’arch. Paolo Sellaroli, che mette a confronto le lastre incise con le loro relative stampe.
Il viaggio piranesiano continua poi con i suoi eredi e successori di cui il Museo della Città e del Territorio di Cori già conserva numerose testimonianza: da Rossini a Theodore Labrouste.

L’esposizione durerà 3 mesi, fino al 10 gennaio 2021.