Sul rincaro biglietti bus a Latina interviene anche il Partito Comunista. “Di macchinette emettitrici di biglietti non se ne vede l’ombra, costringendo gli utenti a pagare 70 centesimi in più per l’acquisto a bordo del documento di viaggio, ed ora arriva l’aumento”, commentano i compagni della sezione Thomas Sankara.
“In compenso, nonostante vi siano maggiori introiti, i lavoratori in questi mesi hanno lamentano che ‘una parte del personale non ha la quota di stipendio di primo e di secondo livello’, circa 200 euro mensili”, rincara la dose il segretario Sergio Sciaudone.
Il Partito comunista afferma che partendo da questi presupposti, attenendosi al capitolato e alle maggiori entrate, “il Comune ha la possibilità di rimodulare per il 20%, su una base di 1 682 000 di km previsti, le corse degli autobus per migliorare il servizio”. La domanda è d’obbligo per Sciaudone: “E allora perché l’aumento della tariffa dei biglietti?”. “Ma quello che ci lascia più perplessi – aggiunge – è che molto probabilmente Latina non è considerata una città del Lazio ma del Regno delle Due Sicilie, poiché a Latina non esiste i biglietto integrato regionale (BIRG) che comprenda il viaggio dalla città alla stazione ferroviaria. Questo nonostante che il capitolato faccia specifico riferimento a questa possibilità: ‘In linea con le indicazioni della Regione Lazio è tenuta a favorire tutte le iniziative inerenti l’estensione al servizio di tariffazione integrata con altre modalità di trasporto (Cotral, FS ecc.)…””.
Ed è per queste ragioni che il Partito comunista chiede l’immediata attivazione dell’ente di piazza del Popolo perché si attui quanto previsto dal capitolato, “perché questo significherebbe abbassare i costi per i pendolari di Latina ma anche per le persone che si spostano per studio o per lavoro a Latina”.