Un altro dirigente per il Comune di Latina, in arrivo un tecnico “comunista”

Il Comune di Latina

Prossima l’assunzione di un nuovo dirigente per il Comune di Latina: già individuata la figura di un tecnico informatico con alle spalle una singolare storia, per così dire, di “mobbing politico”.

L’ente di piazza del Popolo, utilizzando la graduatoria di un concorso indetto dalla Provincia di Frosinone per la copertura di due posti di dirigente con profilo tecnico, ha puntato sul primo nome disponibile, quello di Boris Marzilli, classe 1964, nativo di Ceprano (Frosinone).

L’uso dello scorrimento della graduatoria da parte dell’amministrazione comunale per l’assunzione di un nuovo dirigente, a tempo pieno e indeterminato, conformemente al Piano triennale del fabbisogno, fa seguito – come riportato nella determinazione del servizio al Personale, numero 1756 /2019 – ad una procedura di mobilità esterna conclusasi con esito negativo.

Ma chi è il dottor Boris Marzilli? E’ un tecnico informatico con un curriculum di tutto rispetto, la cui esperienza lavorativa è maturata per lo più proprio all’interno dell’ente Provincia di Frosinone. Ma per lui non è stata tutta rose e fiori. Nel mazzo si sono nascoste dolorosissime spine.

Pur avendo ricoperto importanti incarichi all’interno del palazzo di piazza Gramsci nel capoluogo ciociaro, come funzionario, con ottime performance, dal 2009 con l’arrivo di una nuova amministrazione fu messo all’angolo, isolato, demansionato, spostato da un ufficio all’altro… ritrovandosi, a novembre 2010, in mobilità.

Una verità sulla sua carriera “all’improvviso in caduta libera” è emersa nella sentenza con la quale, nel 2015, il giudice del lavoro ha condannato la Provincia di Frosinone a risarcirlo per 40mila euro.

Nel dispositivo della sentenza questo passaggio: “L’istruttoria ha anche evidenziato che l’emarginazione del ricorrente (Marzilli, ndr), iniziata tra giugno e luglio 2009, con l’insediamento della nuova Giunta provinciale, dipese anche dalle sue opinioni politiche”. Poi l’aggiunta di una testimonianza in base alla quale il nuovo direttore generale “…si limitò ad una battuta infelice dicendo che (Marzilli, ndr) doveva essere sostituito, in quanto comunista, non affrontando la questione relativa alla sua professionalità”.