Upper, Leggio si difende e spiega il ruolo delle società che amministra

Cristina Leggio

L’assessora di Latina Cristina Leggio non fa parte soltanto del consiglio di amministrazione della Tecla, ma anche del consiglio di amministrazione di Labsus. Ad affermarlo è lei stessa, in risposta al polverone sollevato dalla Lega a partire da ieri sul caso Upper. Il progetto finanziato con fondi europei ha visto la partecipazione, inopportuna, secondo la Lega, di società collegate alla stessa Leggio, la Tecla, e al consigliere di maggioranza Fabio D’Achille, la Innovaction Europe Social.

Per smontare il teorema del carroccio, meglio definito questa mattina in conferenza stampa, Leggio inserisce una terza società, la Labsus, affermando di essere della stessa membro del consiglio direttivo.

Un passaggio che serve a spiegare un equivoco, una distrazione forse. Il capogruppo della Lega Massimiliano Carnevale, questa mattina, ha detto che Leggio ieri in aula aveva sostenuto che la Tecla non aveva budget a carico dei fondi destinati al progetto Upper ma che aveva solo un ruolo di supporto. “Ma alla Tecla sono stati assegnati 108mila euro di fondi europei”, è stato precisato dalla Lega in conferenza stampa.

Ora la replica di Leggio: “Io non ho parlato (ieri in question time) di Tecla ma di Labsus, associazione di enti pubblici e privati di cui sono sempre consigliere direttivo, che non ha budget rispetto al progetto Upper. Questo ho affermato in aula, ma forse quando ho risposto il consigliere Carnevale si era distratto oppure semplicemente non ha voluto comprendere i tecnicismi legati ai passaggi amministrativi del progetto. Puntualizzo qui per lui e per tutti che Tecla, destinataria di fondi europei e di cui sono consigliera d’amministrazione, è un’associazione di enti pubblici nata per migliorare la conoscenza delle politiche comunitarie all’interno delle istituzioni locali e per favorire le loro capacità e potenzialità di accesso ai finanziamenti europei. Io sono parte dei consigli di amministrazione di Labsus e Tecla per rappresentare il Comune di Latina e quindi gli interessi della città. Un incarico che, non sarebbe neanche il caso di precisarlo ma a questo punto è opportuno mettere sul piatto la massima trasparenza, non prevede alcun compenso”.

In un secondo passaggio, l’assessore Leggio con delega alla Città internazionale e Smart City, lo riserva al caso della presunta incompatibilità di D’Achille.

“Sulla questione della cooperativa Innovation Europe Social – afferma Leggio – non c’è ancora alcun contratto firmato. Dopo la vittoria del Bando abbiamo dato il via ad una serie di approfondite verifiche su eventuali incompatibilità di tutte le società e le associazioni coinvolte. Stiamo completando i riscontri per garantire la massima trasparenza. È giusto e opportuno precisare che, dalle verifiche effettuate fino ad ora, non c’è alcun conflitto d’interessi con il consigliere D’Achille, in base all’articolo 63 del Tuel nel combinato disposto del comma 1 numero 2 e comma 2. La partecipazione della Innovation Europe Social non è stata decisa né dal Consiglio comunale, né dalla commissione di cui il consigliere è presidente, né D’Achille ha alcun potere decisionale all’interno della cooperativa essendo socio-lavoratore”.

Dispiace che l’assessore non abbia colto l’occasione, in questa replica a Carnevale, per chiarire chi abbia effettivamente selezionato la Innovation Europe Social dal momento che è palese che non poteva essere stato né il Consiglio comunale, né la commissione Cultura né tanto meno D’Achille. Anche ieri, durante il question time, questo elemento sembra essere sfuggito. Ma l’assessora avrà sicuramente altre opportunità per poterlo fare. Ne siamo certi.

Ad ogni buon contro D’Achille si difende anche da solo, visto che da ieri minaccia querele.

“Massimiliano Carnevale – attacca – inventa mie presunte incompatibilità, dando improbabili lezioni di moralità e di legalità. Una macchina del fango approssimativa e becera, che non si preoccupa di gettare ombre su un progetto importante di rigenerazione urbana per la città, che per la prima volta trova una sua dimensione europea insieme a sole altre 6 città italiane”.

“È l’ennesima dimostrazione – continua – che la classe dirigente della Lega non ha mai, neanche sotto le innumerevoli altre vesti che ha ricoperto, ripeto mai, avuto a cuore gli interessi della città. Affronta una sua crisi di valori, di contenuti e di ruoli attaccando chi le cose si dà da fare per farle e farle nel modo più specchiato possibile”.

“Mi dispiace – conclude D’Achille -, sono sempre pronto ad accettare consigli e critiche, ma da Carnevale lezioni di etica non ne prendo. E non solo, mi riservo di adire a vie legali perché l’opposizione è sacrosanta nel momento in cui controlla le azioni amministrative. In questo caso si dà vita ad invenzioni e insinuazioni talmente basse da meritare la discussione in altre aule”.

E se ieri il consigliere si era improvvisamente ricordato di aver aderito alla coop anni fa, oggi neanche una parola sulla partecipazione all’assemblea di giugno scorso per l’approvazione del bilancio. Un piccolo dettaglio che non risolve certo la presunta inopportunità politica sollevata dalla Lega, ma visto che oggi è stata portata all’attenzione dei cronisti, un paio di parole D’Achille poteva anche spenderle. Magari solo per dire che aveva dimenticato anche quell’assemblea. Può succedere, soprattutto con la bella stagione, quando il caldo diventa sfiancante.