Urbanistica a Latina, indirizzi “aperti” e per la Marina piano colore “ripescato”. Ppe annullati, la ricetta di Castaldo

“Una delibera di indirizzo che resta aperta per correggere il tiro”. Ha esordito così questa mattina l’assessore all’Urbanistica del Comune di Latina, Francesco Castaldo, illustrando in Consiglio comunale la proposta di deliberazione 122/2018 relativa a disposizioni programmatiche, criteri e indirizzi della ripianificazione degli strumenti urbanistici attuativi annullati (i famosi sei piani particolareggiati annullati dal commissario Giacomo Barbato insieme ai 22 ambiti di intervento per i Print) e ai fini della dotazione di nuovi strumenti di pianificazione. L’assessore Castaldo ha spiegato che l’amministrazione con questa delibera intende superare le criticità emerse con i piani annullati e contrastare in modo decisivo il consumo di suolo, affermando il principio del riuso e della rigenerazione urbana. Ma ha anche spiegato che la “visione” offerta con il “nuovo indirizzo” parte dagli obiettivi del vigente Piano regolatore generale (Piccinato, 1972), tesi a bloccare un modello di “città diffusa” in auge al tempo della pianificazione in favore di strutture complesse trasversali, a carattere strategico, per uscire dallo schiacciamento del territorio tra le due grandi aree metropolitane di Roma e Napoli: cubature per 192.260 abitanti virtuali, come riportato in delibera, a fronte di una popolazione che al momento conta 126 abitanti.

Come superare le criticità dei piani annullati? “Con nuovi Ppe in variante al Piano regolatore generale che considerano come già esistenti gli edifici costruiti su permessi a costruire emessi in vigenza dei Ppe poi annullati”, ha detto l’assessore Castaldo in aggiunta all’ipotesi sperimentale di accorpare i comparti  Frezzotti, Prampolini e Isonzo con quello R0, nucleo di fondazione per il quale non si è mai arrivati a una definizione di Ppe, e con quello Goretti e Piccarello, R4 e R2, per farne un unicum per il ricalcolo degli standard, allo scopo di ridurre la pletora di pianificazione attuativa. Dunque, largo ad una visione di città del territorio, di città anche di mare e di cultura…

La delibera è stata votata a maggioranza, contrari i voti dell’opposizione che durante la discussione ha sollevato pesanti critiche, a partire dal fatto che dopo due anni di silenzio in materia urbanistica si è arrivati a dare degli indirizzi pieni di buchi. Un’arma a doppio taglio.

“Manca il piano di assetto per le zone agricole, un piano per Borgo Isonzo”, ha detto a caldo il consigliere Raimondo Tiero (Idea). “Per un attimo ho creduto di stare al 9 novembre 2016 – ha dichiarato Massimiliano Carnevale (Lega) ad inizio del suo intervento -: stiamo parlando del nulla. Un esempio? Per la Marina è stato previsto ‘uno studio preliminare finalizzato alla redazione di una eventuale variante agli strumenti di pianificazione’. Della serie ‘e quando si cuoce sto riso’?”

E a proposito della Marina, poco prima il presidente dell’assise Massimiliano Colazingari aveva comunicato che i consiglieri Maria Grazia Ciolfi, Celestina Mattei, Luisa Mobili, Antonino Leotta, Marina Aramini e Valeria Campagna (tutti di Lbc), avevano presentato un emendamento alla proposta di deliberazione. Emendamento subito illustrato dalla consigliera Ciolfi, con delega alle problematiche del lungomare: “Si tratta di inserire la previsione della redazione di un piano colore, strumento urbanistico che va a regolamentare l’utilizzo di una serie di interventi cromatici e di decoro urbano”.

Tanto è bastato al consigliere Matteo Coluzzi (Indipendente) per accendere la miccia segnalando che la maggioranza non aveva contezza della proposta ed indicando una delibera del 2010, del commissario Nardone, che già pianificava un piano colore per la Marina. Il piccolo dettaglio ha portato i proponenti al ritiro dell’emendamento che è stato poi riproposto, sottoscritto anche dallo stesso Coluzzi, Nicoletta Zuliani (Pd) e Matteo Adinolfi (Lega), prevedendo l’adozione di un piano colore entro la fine di questa consiliatura. Emendamento poi approvato all’unanimità.

Molto pungente, nel suo complesso, la critica di Coluzzi che ancora una volta è tornato a segnalare la mancanza di un’idea chiara di città e dell’intenzione di volare alti verso un nuovo piano regolatore generale, l’assenza della concretezza delle azioni che si perdono in ipotesi di accorpamento dei quartieri per la rideterminazione di standard e servizi all’interno di una vasta area eterogenea, la carenza di tempistiche, strumenti e nuovi scenari. Coluzzi ha sottolineato contraddizioni, come quella del consumo di suolo zero con i Print e con la consequenzialità con il piano Piccinato che prevedeva cubature per 190mila abitanti.

Eccola l’arma a doppio taglio di un indirizzo che resta “aperto” (cit Castaldo): se da un lato infatti la delibera è il “nulla” (cit Carnevale) dall’altro ciò che resta da scrivere è “una pistola carica in mano a chi verrà dopo Lbc, rimettendo in discussione tutta una serie di parametri”, ha detto Coluzzi a margine del Consiglio.

Ma tornando all’aula, segnaliamo il passaggio di Enrico Forte (Pd) sull’argomento piano annullati: “Altro che accorpamento delle R, la prima cosa da fare era quella di correggere i piani in base alle indicazioni fornite dalla Regione Lazio e riapprovarli. Questa delibera invoca la rigenerazione urbana ma contrariamente a quanto fatto dalle altre amministrazioni comunali, l’altro ieri lo ha fatto anche quella di Sermoneta – ha detto rivolgendosi a Castaldo -, non avete portato in aula la delibera per la rigenerazione urbana come previsto dalla normativa regionale del 2017”.

“In merito alla vicenda dei Ppe annullati, poco si rileva di concreto nella bozza di delibera. Salvo riportare sinteticamente il parere tecnico negativo della Regione Lazio, dell’anno 2015”, così Nicoletta Zuliani (Pd), nel suo articolato intervento partito dai numeri delle cubature e della popolazione riportati nella proposta di delibera in discussione: “Da cosa sono ricavati questi dati, visto che non viene fornito nessun prospetto analitico, su quanto dichiarato, né  tale conteggio si può rintracciare facilmente nelle norme tecniche e nelle cartografie di Prg ad oggi conosciute?”. Nel video a margine il suo intervento.

“Oggi doveva e dovrebbe essere un giorno memorabile per questa città, perché la questione urbanistica è stata al centro del dibattito politico, economico, sociale e non solo, per lungo tempo ed è proprio per l’urbanistica che sono nate aspettative, diatribe e forse anche il nostro essere qui tutti noi ora”: parole di Giovanna Miele (FI) “Ma proprio perché questa città aveva bisogno e necessita di un segnale forte di presenza politica e di sogni in cui credere, e di speranza di uno sviluppo trasversale – ha detto -, noi tutti oggi dovevamo vedere in queste linee programmatiche una rappresentazione non futuristica e utopica ma verosimilmente possibile, pragmatica e vicina di una pianificazione strategica territoriale nel suo insieme… Questo documento non segue uno studio aperto e condiviso, non ci racconta una prospettiva politica in risposta ad esigenze urlate da questa città resa inerme, non ci prospetta opere pensate in maniera strategica, non si ravvede un’anima, una visione… Queste linee programmatiche sono senza infamia e senza lode, però con un’attenta lettura ci dicono di un sostanziale probabile nuovo piano regolatore senza mai citarlo… una prospettiva serie di piani particolareggiati che probabilmente volete lasciare ad eredità future… perché voi adesso con questi ritmi non riuscirete a fare nulla di tutto ciò che è scritto”.