Urbanistica a Latina, la delibera pasticciata della variante Q3. Incognite e novità… in Trasparenza

L'assessore Francesco Castaldo e la presidente della commissione Trasparenza Matilde Celentano

Errori, sbavature, interpretazioni, nuovi avvisi e incognita nelle particelle… circa tre ore di discussione in commissione Trasparenza per la variante Q3. All’esame dell’organo consiliare del Comune di Latina la delibera di giunta 457, approvata il 28 dicembre 2018 e pubblicata all’albo pretorio nello stesso giorno senza in allegato gli atti di riferimento. Atti che saranno pubblicati nella sezione “amministrazione trasparente” soltanto il 9 gennaio 2019 dopo non poche polemiche e la visita in Comune da parte della polizia giudiziaria per l’acquisizione della documentazione al fine di accertare, su delega della Procura, la regolarità dell’iter seguito per l’eliminazione del vincolo alberghiero, come richiesto dalla società Green Building ai fini della realizzazione di un centro commerciale per la volumetria di 25mila metri cubi all’angolo tra via del Lido e via Filippo Ferrazza, a ridosso dell’hotel Garden la cui proprietà ha venduto alla società richiedente il permesso a costruire il relativo terreno. Un punto posto all’ordine del giorno dalla presidente della commissione Matilde Celentano, insieme a quello relativo ad altra variante approvata sempre il 28 dicembre scorso per il comprensorio R2 (zona Piccarello), con le medesime modalità della delibera 457, che tuttavia non è stato possibile discutere. Presenti oltre ai commissari gli assessori all’Urbanistica e alla Trasparenza, rispettivamente Francesco Castaldo e Maria Paola Briganti. Convocato, ma assente il dirigente del servizio Governo del territorio, architetto Paolo Ferraro.

La questione formale

La variante al Piano particolareggiato Q3 è stata approvata dalla giunta ai sensi della legge 36/87, “articolo 1, comma E”. Un primo errore, ha segnalato il consigliere Nicola Calandrini: sarà pure un refuso (l’articolo 1, comma E non esiste), esiste l’articolo 1, comma 1 lettera E. “Parliamo di una procedura semplificata, che non prevede un preliminare passaggio in Regione, ma l’iter è chiaro – ha detto il consigliere di opposizione -: la deliberazione comunale con la quale si adottano gli strumenti urbanistici attuativi e i programmi urbanistici comunque denominati di cui al comma 1 è pubblicata nell’albo pretorio del Comune e, successivamente al ricevimento delle eventuali opposizioni ed osservazioni, è inviata, con gli atti che la corredano, alla Regione che, entro trenta giorni dal ricevimento, può far pervenire al Comune osservazioni sulla rispondenza degli stessi alle norme della presente legge”.

Una questione già risolta per l’assessore all’urbanistica. Castaldo, oggi in Trasparenza, ha portato a conoscenza dei commissari la pubblicazione di un avviso a firma del dirigente Paolo Ferraro sulla possibilità, da parte dei soggetti interessati, di presentare opposizioni e/o osservazioni in forma scritta al protocollo del Comune, entro i successivi 60 giorni della pubblicazione, all’albo pretorio dello stesso avviso. Alla domanda, quando è stato pubblicato, l’assessore in quel momento non ha saputo dire se ieri o oggi, poiché pur essendo stato mandato in pubblicazione non era “risultato visibile”.

A margine della commissione abbiamo consultato l’albo pretorio: l’avviso di Ferraro risulta oggi pubblicato in data 9 gennaio (stesso giorno in cui sono stati pubblicati nella sezione “amministrazione trasparente” gli atti allegati alla delibera); l’avviso è preceduto e seguito da pubblicazioni dell’11 gennaio 2019.

La consigliera Nicoletta Zuliani ha fatto notare che la richiesta di permesso a costruire è stata presentata al Suap e che presso questo ufficio le istanze vengono accettate soltanto telematicamente. Una precisazione probabilmente in polemica con quanto asserito in questi giorni dall’assessore Castaldo che ha giustificato la mancata pubblicazione degli atti, contestualmente alla delibera, per carenza di personale tecnico – nella giornata del 28 dicembre 2018 – utile a passare allo scanner gli atti.

L’assessore, nonché vice sindaco Briganti, nel respingere con fermezza le ventilate accuse in base alle quali l’amministrazione abbia voluto nascondere gli atti, ha riferito che la procedura seguita è corretta: “Noi riteniamo che la procedura sia corretta nel momento in cui entro trenta giorni gli atti vengano inseriti nell’’amministrazione trasparente’”. In quanto al refuso sulla norma indicata, Briganti ha detto che è evidente che sia tale e che comunque non darebbe adito ad altre interpretazioni.

Il merito della variante

L’assessore Castaldo ha ribadito che il vincolo alberghiero esclusivo all’interno di un’area a destinazione turistico-ricettiva era stato inserito, su richiesta della proprietà dell’hotel Garden, ai soli fini di un finanziamento da parte della Regione Lazio e che pertanto estinto il mutuo sarebbe venuto meno, come confermato dall’Agenzia regionale del Turismo: “Il Suap nel valutare la richiesta di permesso a costruire ha chiesto un parere all’urbanistica: il dirigente Ferraro si è espresso favorevolmente a condizione che venisse preliminarmente approvata una variante urbanistica volta alla rimozione del vincolo alberghiero, indicando che la stessa potesse essere approvata dalla giunta”.

Calandrini, d’accordo sul fatto che la variante “normativa” potesse essere approvata con delibera di giunta, ha continuato a palesare il suo scetticismo sulla pubblicità contorta degli atti. E non solo. Il consigliere di opposizione ha insisto molto anche sul fatto che a suo dire non ci sia stata un’istruttoria per la variante Q3 da parte degli uffici ma che ci si sia affidati esclusivamente alla documentazione depositata dal privato ai fini del rilascio a costruire, “come dimostrato dagli atti allegati alla delibera e pubblicati in un secondo tempo”. Secondo Calandrini, semplificando il discorso, il Comune avrebbe dovuto tirare fuori le proprie carte e non quelle del tecnico di fiducia del privato. E ancora: “Siamo certi che il fondo sul quale si chiede di edificare una cubatura di 25mila metri quadrati non sia già stato compendio di altre cubature, come ad esempio quelle per la realizzazione dell’hotel Garden? Ecco se ci fosse stata un’istruttoria sapremo anche quello”.

L’assessore Castaldo a tal proposito ha replicato che con la variante approvata dalla giunta non si è rilasciato alcun permesso a costruire e che spetterà al Suap effettuare tutte le dovute verifiche. Motivo per cui non hanno trovato risposta le domande poste dalla consigliera Zuliani sulla compatibilità del centro commerciale proposto con il Piano del commercio, con l’assetto viario, con la vicinanza di altre realtà commerciali.

Al centro del dibattito consiliare anche l’interpretazione dell’articolo 14 delle Norme tecniche attuative del vigente Piano regolatore generale: la zona in questione “è destinata all’edificazione di alberghi, pensioni, locali per il commercio e il tempo libero di influenza urbana e territoriale (sale di spettacolo e per congressi, agenzie turistiche, associazioni culturali, bar, ristoranti, circoli sportivi e circoli privati in genere, rappresentanze di moda, rappresentanze per la diffusione dell’artigianato locale ed esterno, gallerie d’arte).

Secondo l’amministrazione guidata dal sindaco Damiano Coletta, eliminato il vincolo esclusivo alberghieri, resta la destinazione turistico ricettiva nella quale sono previsti locali commerciali come quelli che vorrebbe realizzare la Green Building. Secondo l’opposizione ciò sarebbe da verificare, dal momento che i locali per il commercio indicati nell’articolo 14 delle Nta potrebbero essere intesi a servizio delle strutture ricettive e non a sé stanti.

Curiosità: l’assessore Castaldo, dopo aver edotto la commissione dell’avviso pubblico di Ferraro, ha anche dato un’altra notizia. Di che si tratta? Del fatto che i titolari di un fondo confinante con l’hotel Garden e la proprietà Green Building hanno lamentato al Comune l’eliminazione del vincolo alberghiero poiché intenzionati a realizzare proprio lì un albergo. “Io ho risposto – ha raccontato l’assessore – che possono stare tranquilli, perché la zona resta a destinazione turistico-ricettiva che comprende anche la possibilità di realizzare alberghi”.

Evidenziato, nel corso del dibattito, da parte del consigliere Massimiliano Carnevale anche un altro errore, relativo all’errata indicazione via del Lido-via Faggiana al posto di via del Lido- via Ferrazza. A margine della seduta l’assessore Castaldo ha spiegato che il tecnico che ha effettuato il progetto della Green Building sarebbe stato ingannato da Google Maps. Carnevale, tuttavia, ha sollevato un’altra questione relativa allo specifico vincolo alberghiero: “Nella dell’Agenzia turistica regionale si evidenzia che ‘nulla osta alla cancellazione del vincolo di destinazione d’uso alberghiero indicato in oggetto, limitatamente al lotto censito al catasto terreni del Comune di Latina al foglio 170, particelle 22, 23, 26 e 65 (oggi 1387). Ecco, facendo una visura catastale oggi le particelle 22, 23, 26 e 65, non esistono, mentre esiste la particella 1387 che corrisponde ad una piscina. Quindi, a mio parere, il vincolo esclusivo alberghiero sarebbe estinto limitatamente alla sola piscina e non sull’area interessata dalla proposta come genericamente indicata in delibera”. Altra questione rimasta in sospeso.

La politica urbanistica

Concludendo citiamo l’intervento del consigliere Matteo Coluzzi volto ad evidenziare che lo strumento di Prg risale al 1972 e non più rispondente alle reali necessità della città. Il riferimento è all’ennesimo centro commerciale. “E’ chiaro che difronte ad una richiesta, che presupponiamo legittima, da parte del privato, l’amministrazione comunale si trova costretta ad acconsentirla anche se può risultare inopportuna rispetto all’attualità del territorio. Questa amministrazione ha perso un’occasione, affidandosi ad una delibera di indirizzo il cui contenuto non risolve alcunché”.

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Presente tra il pubblico Valter Tomassi, presidente dell’Ascom Confcommercio Lazio sud, che all’assessore Castaldo ha chiesto – dopo il consenso della commissione ad intervenire – lumi sui tempi relativi al nuovo piano del commercio, alla luce di un nuovo incarico: “Non mi risultano nuovi piani – ha risposto l’assessore, l’incarico è per riportare sulle cartografie il piano del commercio approvato con delibera di Consiglio numero 64/2013 e quindi completare l’iter per la sua attuazione”.

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La seduta della commissione Trasparenza si è conclusa anticipando il tema della prossima settimana: il caso Antoci. Mentre le delibere di giunta 456 e 457 del 28 dicembre 2018, riguardanti le varianti in R2 e Q3, e relativi progetti saranno portate in commissione Governo del Territorio, indetta dalla presidente Celestina Mattei per il 15 gennaio alle 11.30.