Ventotene, la nuova riserva marina tra campi boa e il periplo di Santo Stefano

L’idea di fondo è quella di sfruttarne al meglio le potenzialità. L’obiettivo: cambiarne la mappa. A Ventotene da settimane ormai non si parla d’altro che della possibilità di ridisegnare le zone di tutela nel braccio di mare che ricade all’interno dell’Area Marina Protetta. Praticamente, la zonizzazione dell’oasi nelle tre diverse fasce di tutela lungo le coste di Ventotene e di Santo Stefano. La proposta, tra l’altro, che nasce dall’ente di gestione della riserva marina, è stata già discussa in consiglio comunale e approvata. Si tratta di capire ora quali saranno i tempi d’attuazione, se anche il ministero dell’ambiente si pronuncerà favorevolmente. Ma non vi sono motivi per temere il contrario, anche perché nello stesso decreto istitutivo della Amp si faceva riferimento proprio alla necessità di rivedere le zonizzazioni, cioè i gradi di tutela lungo le coste, almeno ogni cinque anni. Ma a Ventotene, fin dal ’97, questo lavoro finora non è mai stato fatto.

 

Daniele Coraggio
Daniele Coraggio

IL GIRO DI SANTO STEFANO Ecco allora che le prescrizioni imposte dal decreto istitutivo si sposerebbero con le nuove esigenze dei ventotenesi, ma soprattutto dei tanti che sempre di più vedono nel turismo sostenibile una preferenza imprescindibile per le loro vacanze. Del resto, basterebbero pochi ritocchi per migliorare la situazione attuale. Partendo da Santo Stefano, l’isola del carcere borbonico, la vera culla dell’Europa Unita, dove però resterà proibito accedere senza autorizzazioni. La zonizzazione oggi prevede tutela integrale lungo tutto il perimetro costiero, significa che è impossibile anche il semplice periplo dello scoglio con l’ergastolo che il premier Renzi vorrebbe trasformare in una sorta di centro di formazione per i giovani d’Europa. “Noi – spiega l’assessore all’ambiente e al turismo Daniele Coraggio – vorremmo creare un corridoio a 50 metri dalla costa che consenta alle piccole imbarcazioni di fare il giro. Quello è un posto straordinario, che va salvaguardato con la massima cura, ma che dobbiamo anche permettere di frequentare agli amanti della natura e del mare in generale”. Finora Santo Stefano era l’unica zona di fascia A, ossia di tutela integrale. “Ma noi vorremmo crearne una nuova, stavolta a Ventotene, in zona Punta dell’Arco”. Lì la tutela integrale si inserirebbe nell’ottica di una migliore salvaguardia di un paesaggio sottomarino straordinario, dove insistono numerose grotte di grande pregio.

I CAMPI BOA Non soltanto tutela integrale, però. “Vorremmo anche realizzare due campi boa – sostiene Coraggio – uno a levante, tra Calanave e Calabattaglia, e l’altro a ponente verso Punta Pascone”. Attraverso il posizionamento di boe intelligenti, assicurate con cavi alle rocce, si eviterebbe alle imbarcazioni di gettare le ancore e salvare la poseidonia. “Pensiamo che una zonizzazione così rimodulata possa consentire di salvaguardare l’habitat sottomarino – conclude Coraggio – e dare anche nuovo impulso al turismo ambientale”.