Videosorveglianza a Latina, petizione dimenticata: scatta l’interrogazione

Petizione senza riscontro per il potenziamento del sistema di videosorveglianza a Latina: scatta l’interrogazione.

A distanza di tre mesi dal deposito in Comune delle firme, Fratelli d’Italia torna all’attacco con un’iniziativa consiliare: che fine ha fatto la petizione con tanto di raccolta firme?

Il coordinamento comunale del partito, lo scorso inverno, aveva raccolto centinaia di firme di cittadini che chiedevano di migliorare la sicurezza in città attraverso l’installazione di videocamere. Il plico con le firme è stato regolarmente depositato in Comune a giugno ma dall’amministrazione e dagli uffici non sono arrivate risposte, lamentano gli esponenti di Fratelli d’Italia.

Per questo il gruppo consiliare ha depositato un’interrogazione sottoscritta dal senatore Nicola Calandrini, dal capogruppo Andrea Marchiella, da Raimondo Tiero e da Matilde Celentano, e ora attende una risposta da parte del vicesindaco Paola Briganti, che detiene la delega alla sicurezza.

“Lo scorso 13 giugno Fratelli d’Italia ha depositato in Comune una raccolta firme per chiedere più telecamere in città – dichiarano il coordinatore comunale Gianluca Di Cocco e Daniela Vivolo della costituente comunale di FdI Latina -. Il successo della raccolta firme che avevamo organizzato dimostra la percezione di insicurezza dei cittadini di Latina. Del resto le cronache dei giornali ci raccontano in continuazione di episodi di criminalità: furti, risse e soprattutto spaccio sono diventati vere e proprie piaghe. Cosa aspetta l’amministrazione comunale a prendere provvedimenti? Sta forse attendendo che accada qualcosa di irreparabile? Siamo consapevoli che il problema della delinquenza non si risolve con le telecamere, ma queste rappresentano senz’altro un deterrente per i malintenzionati”.

“Ci dispiace constatare che la nostra raccolta firme sia rimasta probabilmente chiusa in qualche cassetto. Per questo ringraziamo i nostri consiglieri comunali che hanno voluto risollevare la questione tramite un’interrogazione. Adesso – concludono Di Cocco e Vivolo – ci aspettiamo una risposta, non solo per noi, ma per tutti i cittadini che hanno il diritto di sentirsi sicuri”.