Bio-metano a Latina Scalo, anche il rischio sinkhole dissolto in conferenza dei servizi

Da sinistra Umberto Cappiello, Sergio Cappucci, Nicoletta Zuliani, Emanuele Di Russo e Nicoletta Valle

Commissione Trasparenza fiume oggi pomeriggio al Comune di Latina per esaminare l’iter che ha portato il 22 gennaio scorso alla determinazione del Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Latina di conclusione positiva della conferenza di servizi relativa alla richiesta, da parte della società Recall Latina, per la costruzione e l’esercizio di un impianto di digestione anaerobica della frazione umida dei rifiuti urbani e speciali per la produzione di bio-metano in via delle Industrie a Latina Scalo.

Le motivazioni dell’esame in commissione Trasparenza

Ad apertura della seduta la presidente Nicoletta Zuliani ha spiegato che, ai sensi del Decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006, gli enti locali nelle loro azioni devono tener conto della tutela dell’ambiente e degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale e devono conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future. “Questo è il motivo della commissione di oggi – ha detto – che vede all’ordine del giorno il progetto Recall, alla luce delle eccezioni sollevate dagli uffici di questo Comune, a carattere ambientale ed urbanistico”.

I convocati per l’audizione

Alla commissione hanno preso parte il dirigente del Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Latina, la dottoressa Nicoletta Valle, il dirigente del servizio Ambiente del Comune di Latina, il geologo Sergio Cappucci, il dirigente del servizio Politiche di gestione e assetto del territorio, l’architetto Umberto Cappiello. Invitati a partecipare anche gli assessori all’Ambiente e all’Urbanistica, rispettivamente Roberto Lessio (assente) e Francesco Castaldo (presente per pochi minuti).

Le tappe dell’iter seguito per l’esame del progetto

La dottoressa Valle ha ricostruito l’iter seguito che ha portato alla determina di gennaio. Le tappe fondamentali: la presentazione della proposta, risalente al 2014, e l’esame della stessa da parte della Provincia; la Valutazione di impatto ambientale per la quale la Regione Lazio si è espressa, con 38 punti di prescrizione, condizionando l’esecutività del progetto alle verifiche di ottemperanza assoggettate agli enti territoriali (un parere inusuale, secondo la dirigente della Provincia poiché ha detto che la Regione normalmente si esprime negativamente, o favorevolmente o favorevolmente con prescrizioni ma non condizionando l’esecutività del progetto alle verifiche); l’invito alla ditta ad adeguare il progetto in base a quanto richiesto dalla Regione Lazio; la conclusione della Conferenza di servizi che si è appunto espressa favorevolmente al rilascio dell’autorizzazione unica da parte della Provincia di Latina.

 Il rischio sinkhole e il fattore odorigeno segnalati dal Comune

Il geologo Sergio Cappucci ha riferito ai commissari della Trasparenza il contenuto delle osservazioni del servizio Ambiente del Comune, inviate alla Provincia il 23 novembre 2017, inerenti la mitigazione dell’impatto verso il recettore limitrofo all’impianto costituito dal piccolo nucleo con abitazioni presente lungo il confine ovest. In particolare il dirigente comunale ha fatto presente di aver segnalato che la location dell’impianto è in zona soggetta a sinkhole (grandi voragini), ben mappati già dal 2012, anche attraverso la carta informatizzata delle aree a rischio sinkhole della Regione Lazio e che pertanto sarebbe stato opportuno prescrivere specifici approfondimenti volti all’identificazione delle condizioni geologiche e idrogeologiche al contorno e del sottosuolo onde scongiurare l’innesco ed il potenziale sviluppo delle deformazioni, ovvero del rischio sinkhole. Nulla quaestio sull’impatto acustico: Cappucci ha riferito che il Comune aveva dato parere favorevole. Il dirigente ha poi informato che nelle osservazioni indirizzate alla Provincia aveva inserito anche la delicata questione delle emissioni odorigene, tenuto conto del parere della Asl che non aveva escluso situazioni di disagio e fastidio ed insalubrità derivanti dall’attività dell’impianto, motivo per cui chiedeva, nel caso il progetto fosse stato approvato, all’autorità competente di fissare dei valori limite da imporre al gestore. Infine, Cappucci ha informato che tra le osservazioni aveva indicato la necessità di piantumare attorno all’impianto una doppia fila di eucalipti adulti per mitigare l’effetto di polveri e agenti inquinanti verso l’esterno.

La questione urbanistica

Come già emerso la scorsa settimana nel corso del question time in cui è stata presentata l’interrogazione del consigliere Nicola Calandrini sull’argomento, l’architetto Cappiello ha confermato che le norme tecniche attuative del Piano regolatore generale del Comune di Latina, datato 1972, prevedono che in assenza di Piano particolareggiato o piano di lottizzazione nuove costruzioni possono essere autorizzate previo parere del Consiglio comunale, sentita la commissione urbanistica. “Il sito è zona industriale – ha sottolineato il dirigente del servizio Politiche di gestione e assetto del territorio -, ma l’articolo 8 delle norme di attuazione al Prg prevede, nelle more di Ppe, che vi sia il parere del Consiglio comunale”.

I richiami del Comune e l’ok al progetto

Alla dottoressa Valle è stato chiesto come mai la conferenza dei servizi avesse dato l’ok al progetto nonostante i richiami del Comune di Latina, di carattere urbanistico sin dal 2015, di natura ambientale facendo seguito alla Conferenza dei servizi decisoria del 9 novembre scorso. Il dirigente della Provincia ha detto in più passaggi che è la Conferenza dei servizi nel suo complesso a prendere una decisione e che in caso di pareri contrari questi devono essere ben motivati e devono contenere eventuali indicazioni perché possa essere rimosso l’elemento ostativo. Ha anche aggiunto che è nella fase di valutazione di impatto ambientale che pareri negativi del Comune possano avere maggiore peso. A carattere generale ha riferito che il decreto legislativo 387 del 2003, che in ritardo ha recepito la direttiva europea relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, di fatto agevola la realizzazione di impianti in questo settore ponendo in secondo piano l’aspetto relativo al trattamento dei rifiuti. Per quanto riguarda la questione urbanistica, la dottoressa Valle ha aggiunto che il Consiglio comunale potrà prendere atto dell’autorizzazione unica o in alternativa promuovere un ricorso al tar contro il parere della conferenza di servizi.

Le perplessità

La conclusione della dottoressa Valle ha provocato la reazione di alcuni commissari. Il consigliere Raimondo Tiero ha esplicitato la sua contrarietà a che il Consiglio comunale possa o debba prendere atto dell’autorizzazione, quando le norme tecniche attuative del Prg stabiliscono invece che debba fornire un proprio parere preventivo. I consiglieri Olivier Tassi e Marina Armanini si sono mostrati perplessi difronte al fatto che la Conferenza dei servizi non abbia tenuto conto dei pareri del Comune e che l’intervento eventuale del Consiglio comunale, stando all’iter ormai terminato, appaia del tutto ininfluente. Il consigliere Marco Capuccio ha cercato di capire quali possano essere le conseguenze nel caso in cui il Consiglio comunale decidesse di mettersi di traverso a un progetto di fatto già approvato, con un parere negativo o un ricorso al Tar.