Latina, la sede della Banca d’Italia al centro di una nuova interrogazione di Calandrini

Con un’interrogazione a risposta immediata, rivolta al sindaco di Latina Coletta, il capogruppo di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini riapre la vicenda dell’immobile di Fondazione di Piazza della Libertà, sede della Banca d’Italia in Latina, dopo che l’Istituto da deciso lo smantellamento della seda pontina e la messa in vendita dell’immobile. L’interrogazione è stata calendarizzata per il question time di domani, 26 ottobre, con inizio alle 9.30.

Qualche giorno fa il consigliere di opposizione, in un discorso più generale sul rilancio della vita del centro storico di Latina, aveva sottolineato la necessità di riallocare al suo interno alcune funzioni e servizi, legandole ad un diverso utilizzo di piazza del Popolo e Ztl. Aveva parlato oltre che del recupero dell’ex mercato coperto, dove offrire prodotti del territorio sul tipo Eataly, anche dell’utilizzo dell’ex banca come sede del conservatorio musicale Antonio Respighi.

A queste sue affermazioni – commenta oggi Calandrini – erano seguite piccate dichiarazioni, da parte di autorevoli esponenti della maggioranza, che, oltre a rivendicare primogeniture sull’idea, rivelavano come fossero già in atto contatti tra il Comune di Latina e la Banca d’Italia per definire una destinazione dell’immobile a fini di pubblica utilità. Fa piacere constatare che, qualche volta, anche il sindaco Coletta la pensi come me… La chiusura della sede della Banca d’Italia segna un passaggio importante per la Città. Dobbiamo raccogliere questa nuova sfida con un presupposto: la discussione sul futuro dello spazio lasciato libero dalla Banca d’Italia deve avvenire coinvolgendo l’intera comunità e le Istituzioni che questa Comunità rappresentano e non può rimanere nell’ambito di discussione all’interno dei singoli Partiti o nel chiuso di qualche ufficio comunale. Per questo ho presentato una interrogazione per sapere se risponda al vero che il Comune di Latina abbia attivato e/o siano in corso procedure amministrative volte all’effettiva acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile in discussione o eventualmente al suo comodato d’uso.”