Latina, Costa: liberiamoci dalla plastica. Sull’acqua pubblica il ministro cita Fico. “Discarica di Montello, competenza di Zingaretti”

Una serata dai toni giusti al Miramare per il festival “Come il vento nel mare”. Una serata in cui si è parlato di recupero e salvaguardia dell’ambiente prima che sia troppo tardi. Fuori sacco come si dice in gergo la discussione sull’acqua pubblica organizzata dal Comune di Latina e dal sindaco Coletta con importanti ospiti, come il professor Alberto Lucarelli, padre Alex Zanotelli e rappresentanti di associazioni spontanee nate in varie realtà d’Italia, che si battono per riappropriarsi di quell’importante elemento, com’è appunto l’acqua. Nel 2011, ha ricordato Coletta, ci fu un referendum e 26 milioni di italiani votarono sì, per far tornare l’acqua a gestione pubblica, ma niente. Come una chimera, questa soluzione quando sembra si stia finalmente avverando, si riallontana di nuovo e si deve ricominciare daccapo.

“Io – ha detto il sindaco – mi batterò con tutti gli strumenti per poterci arrivare a questo risultato”. Alberto Lucarelli, docente di diritto costituzionale ed ex assessore ai Beni comuni della giunta di Luigi de Magistris, appoggia questa teoria e chiede il coinvolgimento dei cittadini per evitare la riproposizione di vecchie logiche statalistiche o pubblicistiche.
E precisa che sull’acqua è iniziato un progetto di disarmo, tanto che non si investe più. Un fallimento totale. Le aziende si comportano in maniera violenta nei confronti di cittadini. Non solo non garantiscono il flusso, ma se non pagano, immediatamente viene staccato loro il servizio. Il popolo dell’acqua è accorso in massa al lido per far sentire la propria voce. Un popolo che avendo vista tradita la propria volontà non molla e padre Zanotelli li conforta, citando papa Francesco che per la prima volta ha parlato di diritto alla vita. E attacca i politici di ieri e di oggi che non hanno fatto niente per dare risposte a tutta quella gente che ha votato no alla privatizzazione e che permettono che si faccia ancora profitto su questo bene essenziale.

Giù le mani dall’acqua. E cita la terza carica dello Stato: “Fico, che è cresciuto con noi ha detto che introdurrà una legge a sostegno del referendum”.

Il festival si divide in parti, che si intersecano e interagiscono tra loro. Ed è a questo punto che arriva il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, il generale che ha combattuto per la Terra dei Fuochi. Sale sul palco e abbraccia padre Zanotelli. Si conoscono da anni, dice e poi si concede tranquillo all’intervistatore e alla gente, che si aspetta impegni precisi da lui. E lui non tradisce.

“È necessario investire sul servizio idrico integrato di natura pubblica applicando la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, con particolare riferimento alla ristrutturazione della rete idrica, garantendo la qualità dell’acqua, le esigenze e la salute di ogni cittadino”. Ribadisce quindi anche lui, come quelli che lo hanno preceduto, che è necessario investire sul servizio idrico applicando la volontà popolare che si è espressa nel referendum del 2011.
Quindi ha presentato la sua campagna “#iosonoambiente”, un grosso contenitore, spiega, in cui tenere tutte le battaglie ambientali. E la prima è, ha detto: “liberiamoci dalla plastica”. Battaglia che è già partita dentro il Ministero in cui ognuno dovrà fare la sua parte, liberandosi degli oggetti di plastica, mono-uso, usa e getta, bottigliette e via discorrendo entro il 4 ottobre, festa di San Francesco, E ha invitato a fare altrettanto ai suoi colleghi di governo. Non si è parlato solo di acqua e di plastica, ma di educazione ambientale, abusivismo edilizio, della legge sul consumo del suolo, di bioterritorio. Insomma si è spaziato un po’ su tutto. Il sindaco Coletta gli ha chiesto un impegno per la discarica di Borgo Montello. Coinvolgerò Zingaretti, ha risposto lui, perché sua è la competenza. Gli hanno ricordato le due centrali nucleari. Insomma si è parlato di tante cose, e ovviamente della terra dei fuochi della Campania e anche di Brescia. Realtà non a tutti conosciute, soprattutto quella del nord. Ne è venuto fuori un territorio ferito e mutilato. Che chissà quando si riprenderà. Non bastano certo più le buone intenzioni, se queste non vengono seguite dai fatti. E il tempo stringe.