Abc Latina, il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di De Vizia… inutilmente

Per la seconda volta il Consiglio di Stato accoglie, inutilmente, il ricorso della ricorrente De Vizia dando ragione al Comune di Latina. Una sorta di contraddizione in termini che trova logica nella sentenza (pubblicata ieri, 31 luglio 2019) della V sezione su ricorso per revocazione che la società, che opera nel settore dei rifiuti, ha presentato relativamente al pronunciamento del 13 marzo 2019 della stessa sezione, con composizione diversa.

Di cosa parliamo? La società De Vizia, nel 2016 aveva presentato la propria offerta per il bando indetto dal Comune di Latina per la gestione del servizio di igiene urbana. Il bando fu poi annullato e il Comune decise di affidare il servizio all’azienda speciale Abc appositamente costituita. La società De Vizia ha impugnato tutti gli atti, uscendo sconfitta al Tar. Ma ottenendo una vittoria al Consiglio di Stato, limitatamente al vizio nel quale era incorsa la dirigente del servizio Gare e contratti del Comune nell’iter di annullamento della gara. Un vizio insanabile che ha comportato l’annullamento della determinazione, come stabilito nella sentenza del 13 marzo 2019.

Una sentenza di difficile lettura. Secondo la De Vizia – e questo è uno dei motivi di ricorso per revocazione – l’annullamento della determinazione avrebbe dovuto avere un effetto a cascata sugli altri atti successivi, primi fra tutti la deliberazione del Consiglio comunale numero 70 dell’8 agosto 2017 con la quale l’ente costituì all’Abc. Una deduzione logica che tuttavia non trovava riscontro nella sentenza dello scorso marzo. Nel dispositivo della sentenza di ieri, al punto 2.7 di diritto, si legge “In conclusione, il primo motivo di ricorso per revocazione va accolto e la sentenza revocata per omessa pronuncia sulla domanda di annullamento per invalidità derivata della delibera del Consiglio comunale del Comune di Latina 8 agosto 2017, n. 70″. E in effetti la precedente sentenza viene revocata ma…

Analizzati tutti gli altri motivi del ricorso per revocazione, la V sezione li respinge tutti quanti rendendo di fatto inutile la soddisfazione di De Vizia deducibile dal punto 2.7. Perché se con una mano il Consiglio di Stato le dà ragione, nella conclusione della fase rescindente, essendo stata “omessa la pronuncia sulla domanda di annullamento per invalidità derivata della delibera del Consiglio comunale” con l’altra le dà torto nella fase rescissoria, ovvero nella fase di valutazione della legittimità della invalidità derivata. Cioè a marzo il Consiglio di Stato avrebbe dovuto dire se l’annullamento della determinazione del servizio Gare e contratti avrebbe avuto ripercussioni sulla delibera di Consiglio comunale. E fin qui nulla questio. Ma siccome non lo ha fatto, lo fa la nuova composizione della V sezione, andando a vedere se effettivamente la determinazione annullata era basilare per la delibera di Consiglio comunale. La risposta è stata negativa.

Nella sentenza di ieri si spiega che nella determinazione annullata non si faceva riferimento all’Abc e nella deliberazione del Consiglio comunale dell’8 agosto 2017 la motivazione della costituzione dell’Abc andava ben oltre l’annullamento della gara. Quindi erano due atti autonomi, motivo per cui il Consiglio di Stato ha ritenuto che non potesse scaturire l’invocata invalidità derivata.

Nel dettaglio delle altre motivazioni del ricorso per revocazione respinte, il Consiglio di Stato riconosce la legittimità degli atti amministrativi che hanno accompagnato la costituzione dell’azienda speciale e l’assegnazione del servizio.

Chiarita anche la questione della legge Madia. La V sezione del Consiglio di Stato spiega che il divieto a gestire in house lo stesso servizio affidato ad una partecipata fallita, nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento, non vale per le aziende speciali. Nella sentenza pubblicata ieri si legge: “L’art. 14, comma 6, d.lgs. n. 175 cit., più volte citato, disciplina la fase successiva al fallimento della società partecipata affidataria del servizio pubblico in negativo, con il divieto alla costituzione di nuove società (acquisire partecipazioni societarie o mantenere partecipazioni in società) per la gestione del medesimo servizio, ma non in positivo, non indica, cioè, un modello di gestione da utilizzare per l’erogazione del servizio pubblico (per sua natura continuativamente dovuto alla collettività). Al fallimento della società partecipata dall’ente locale, precedente gestore del servizio, non segue necessariamente l’esternalizzazione dello stesso mediante affidamento a contraente selezionato con procedura di gara ma l’amministrazione pubblica è libera di scegliere la modalità di gestione del servizio ritenuta più opportuna”.

Curioso osservare che nella sentenza sul ricorso per revocazione trova piena legittimità la scelta dell’amministrazione comunale di gestire il servizio di igiene urbana sottraendolo alla concorrenza del libero mercato perché – come spiegato nella relazione ex articolo 34 del Tuel allegata alla deliberazione di Consiglio comunale numero 70 dell’8 agosto 2017 – “il quantitativo di rifiuti oggetto di raccolta differenziata risultava essere significativamente inferiore rispetto ai limiti minimi imposti dalla legge (il 30% a fronte del 65%), e che, dunque, si rendeva necessario un cambio radicale nella gestione complessiva del servizio, attraverso l’internalizzazione dello stesso per consentire all’ente locale di effettuare un controllo più immediato e diretto sul gestore del servizio di quello possibile nei confronti del contraente privato…”. Peccato che la relazione ex articolo 34 ad oggi è stata significativamente smentita dai fatti. A distanza di un anno e sette mesi dall’avvio del servizio Abc la raccolta differenziata non ha superato il 30%.


Damiano Coletta

La sentenza del Consiglio di Stato numero 05444/2019 pubblicata ieri 31 Luglio e resa nota oggi 1 Agosto, dà pienamente ragione al Comune di Latina sulla legittimità della costituzione della società Abc e mette una pietra tombale sui ricorsi proposti dalla De Vizia Transfer Spa”, recita una nota stampa dell’amministrazione comunale di Latina. De Vizia, citiamo per completezza, ha impugnato anche la nuova determinazione della dirigente del servizio Gare e contratti in sostituzione di quella annullata dal precedente giudizio del Consiglio di Stato ora revocato.

“Il sindaco e la Giunta anche a nome di tutta l’Amministrazione comunale che ha lavorato con serietà e professionalità orgogliosamente rivendicano questo risultato e la bontà delle scelte fatte fino ad oggi”, si legge ancora.

“È un risultato enorme che premia il lavoro svolto dai nostri uffici, dalla Segretaria Direttrice generale, dagli assessori, dagli avvocati e dalla stessa Abc. Una sentenza epocale che conferma come il nostro operato sia sempre stato orientato alla tutela dei beni comuni e degli interessi della città” è il commento del sindaco Damiano Coletta.

Demetrio De Stefano, presidente del consiglio di amministrazione dell’Abc di Latina

Il presidente della Abc Demetrio De Stefano – nel commentare il giudizio reso dal Consiglio di Stato in data 31 luglio 2019 – intende manifestare tutta la propria soddisfazione per una sentenza che mette la parola fine ad un lungo contenzioso instaurato dalla De Vizia contro la costituzione della Abc. “Secondo i giudici del Consiglio di Stato ‘la scelta del Comune di Latina è conforme alle prescrizioni normative’ e, pertanto, pienamente legittima”, precisa il presidente De Stefano.

“Il consiglio di amministrazione dell’azienda – scrive De Stefano in una nota stampa – e il direttore generale, nel contempo, sottolineano l’importanza della pronuncia dei Giudici perché questa è in grado di rassicurare le istituzioni tutte per le importanti ed imminenti scelte future. Dunque, il risultato ottenuto oggi, consente all’azienda di volgere lo sguardo al futuro e di potersi finalmente dedicare appieno al raggiungimento degli importanti obiettivi fissati dal piano industriale”.

Piano industriale che sarà all’esame del Consiglio comunale il prossimo 5 agosto. La sua approvazione è determinante ai fini dell’accensione del mutuo, di poco più di 12 milioni euro in due tranche, necessario a gran parte degli investimenti che consentirebbero all’Abc di entrate a regime con un servizio integrale di raccolta differenziata “porta a porta” entro il 2023.