Abc Latina, la verità dell’amministrazione comunale: fu Cappucci e non Iovinella a redigere il contratto di servizio

In primo piano il sindaco Damiano Coletta e l'assessore Roberto Lessio all'ultima conferenza stampa sull'Abc

Richiesta di accesso agli atti sgradita all’amministrazione comunale. Una pratica indigesta, perché appesantisce il lavoro degli uffici. E’ un fatto che il sindaco Damiano Coletta ha lamentato in più occasioni riscuotendo pesanti critiche da parte di chi presenta istanza, consiglieri comunali che hanno diritto a un riscontro immediato per la verifica dell’attività amministrativa a cui sono chiamati e che invece spesso attendono oltre il limite previsto dalla legge. Ma tant’è. E così, anche le recenti richieste di accesso agli atti da parte del consigliere Nicola Calandrini sull’azienda speciale Abc prima che saranno esaudite registrano critiche da parte dell’amministrazione comunale. Calandrini ha inteso lanciare un’operazione verità sull’Abc. E in attesa della verità degli atti richiesti, superflui per l’amministrazione, da palazzo arriva una risposta critica.

“L’ennesimo accesso agli atti richiesto dal consigliere comunale Calandrini sui rapporti tra Comune e ABC (fenomeno, quello degli accessi agli atti, la cui portata non ha alcun riscontro nella storia del Comune di Latina) richiede spiegazioni già ampiamente documentate nelle sedi istituzionali preposte: ammesso che ci sia stato qualcuno ad ascoltarle – si legge in una nota stampa proveniente dalla sede di piazza del Popolo -. Nella sua prima richiesta Calandrini chiede di sapere quali siano i ‘quantitativi dei rifiuti indifferenziati conferiti all’impianto di trattamento – (Rida Ambiente di Aprilia) ‘dei costi sostenuti e dei provvedimenti di impegno di spesa assunti’. La risposta dell’amministrazione comunale al medesimo quesito, proposto dallo stesso consigliere comunale, è già stata fornita nel corso della seduta del Consiglio del 3 agosto scorso. Si procede in base all’articolo 10, commi 1, 3 e 5, del vigente Contratto di Servizio tra Comune di Latina e Abc: l’importo del Piano Economico Finanziario del Servizio di Igiene Urbana (Pef) resta inalterato, mentre variano solo le voci di costo interne al Piano stesso. Nessuna conseguenza quindi per la Tari: la tassa che i cittadini pagano per l’espletamento del servizio”.

“Con il secondo quesito – risponde l’amministrazione – Calandrini ci chiede di valutare (come se non lo avessimo già fatto) ‘la relazione del Dirigente Cappucci relativa al monitoraggio dei risultati conseguiti dall’Azienda Speciale Abc’. Occorre rilevare a tal proposito che la relazione in questione, pur essendo stata redatta come relazione riservata, è stata oggetto di tavoli di lavoro di analisi condivisi e trasparenti. Nel merito comunque vale la stessa valutazione fornita al punto precedente: nel Pef e nell’attuale Contratto di servizio ci sono già sia la capienza sufficiente che la modalità per rimodulare l’impegno di spesa senza ripercussioni a carico della Tari”.

E ancora: “Il terzo quesito posto da Calandrini in base al quale si chiede all’amministrazione comunale di ‘avere cognizione dei titoli in base ai quali è regolato il rapporto di possesso/locazione dei beni di proprietà comunale’ è del tutto inconsistente. Ai sensi dell’art. 114 del Tuel, l’Azienda speciale Abc risulta essere un ente strumentale del Comune di Latina e pertanto si tratta di atto che si sta redigendo (da nove mesi, ndr), nulla interferendo sul contratto di servizio, che ha altro oggetto e causa, né sulla sua efficacia e validità”.

“Con riferimento alla illazione sulla causa delle dimissioni del dottor Sergio Cappucci – conclude la nota di risposta dell’amministrazione comunale alle questioni sollevate dal consigliere -, che troverebbero secondo Calandrini ragione nella non correttezza del contratto di servizio, si segnala che il contratto è redatto dal dirigente Cappucci, firmato dallo stesso dirigente e dal presidente Demetrio De Stefano, e solo rogato dal Segretario generale (Rosa Iovinella, ndr) con le funzioni di notaio dell’Ente. Appare impossibile e irragionevole voler trovare la causa delle dimissioni del dirigente in irregolarità o incompletezze del contratto, che lui stesso, con parere tecnico favorevole, ha sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale e ha firmato in forma pubblica amministrativa”.