Alta diagnostica a Latina, l’ultimatum della Provincia. I partiti in coro chiedono il rispetto dell’accordo sottoscritto

Eleonora Della Penna e Damiano Coletta

“La Provincia di Latina non è disponibile ad accettare soluzioni alternative all’accordo di programma sottoscritto il 20 aprile 2015”. Così il presidente Eleonora Della Penna in una nota indirizzata al sindaco di Latina Damiano Coletta, e per conoscenza a tutti i consiglieri provinciali e comunali, alla Direzione salute e politiche sociali della Regione Lazio, alla Fondazione Roma, al rettore dell’università La Sapienza, in merito alla vicenda del nuovo progetto per la realizzazione nel capoluogo pontino del Centro di alta diagnostica. Alla vigilia del Consiglio comunale con all’ordine del giorno il tema, alla luce del parere espresso dal professor Roberto Grassi, presidente della Sirm, che ha definito il nuovo macchinario di gran lunga superiore a quello ibrido previsto nell’accordo, a cui Latina bene comune intende conformarsi, Della Penna mette nero su bianco che qualora lo scenario dovesse cambiare, si vedrà “costretta a chiedere indietro la somma messa a disposizione per il progetto” che avrà “premura di destinare alle altre emergenze che interessano questo territorio e di cui la Provincia deve farsi carico, ossia sicurezza stradale ed edilizia scolastica”. “Questo non senza avere valutato eventuali azioni legali per tutelare gli interessi dell’ente che rappresento”, ha aggiunto il presidente.

Della Penna non mette in dubbio dell’autorevolezza del professor Grassi, ma considera il suo parere di parte: “Senza mettere in dubbio la competenza e l’elevata professionalità del professor Grassi – scrive il presidente della Provincia, lo stesso professionista è stato scelto esclusivamente da Lei e da me accettato a seguito di una comunicazione avvenuta per le vie brevi, proprio per il senso di rispetto istituzionale che Le riconosco per la sua veste di sindaco. Questo parere, Lei riconoscerà, è stato chiesto in maniera tardiva e risulta a mio avviso parziale vista la mancanza di una attenta analisi sulla questione, molto dibattuta e fondamentale, della medicina nucleare che è il punto essenziale alla base di questo accordo. La richiesta di un parere, all’epoca, avrebbe inoltre potuto aiutare il ragionamento di tutta l’opinione pubblica che sta discutendo di questa vicenda animatamente e con grande senso di appartenenza e attaccamento al territorio. Oggi ci troviamo davanti ad una analisi che, seppur proposta da un professionista affermato, appare comunque di parte proprio per la mancanza di valutazione di tutti gli aspetti relativi all’accordo di programma originario. A prescindere però da quanto sopra riportato voglio invitarLa a riflettere sul fatto che nessun parere può comunque sostituirsi alla scelta politica che compete alla Provincia ed al Comune di Latina. In questo contesto non si può infatti non tenere conto della volontà della nostra comunità che a gran voce e da più parti – associazioni di categoria, produttive, comitati spontanei, sindacati, sindaci del territorio solo per citarne alcuni – continua a sostenere, come credo sia naturale, il progetto iniziale e tutti gli aspetti sul piano della ricerca di altissimo livello che lo stesso si portava dietro e che era il nostro obiettivo prioritario e la base del nostro cospicuo investimento e dell’impegno, appunto, politico della mia amministrazione”.

Il presidente della Provincia chiede che la sua nota (qui il testo integrale) sia inserirla quale allegato al verbale dell’Assise convocata per il 30 novembre 2017 e di darne lettura.

Difficile valutare le possibilità per la maggioranza del Consiglio comunale di Latina alla luce della dura presa di posizione del presidente Della Provincia di Latina che su questa vicenda trova il consenso di diverse forze politiche, oltre che di numerosi comitati e associazioni. Alla nota di ieri di Forza Italia si aggiunge oggi quella del consigliere provinciale del Pd Giovanni Bernasconi: ““Il dibattito sul Centro di Alta Diagnostica deve arrivare ad una svolta. Come Provincia abbiamo investito, fin dal momento dell’insediamento della prima amministrazione Della Penna, su questo progetto convinti che avremmo dato un contributo corposo alla creazione di qualcosa di straordinario, con un altissimo valore scientifico e che avrebbe proiettato il nostro territorio, non solo il capoluogo, sul panorama nazionale ed internazionale per quanto riguarda la scienza e la ricerca. Ci troviamo da troppo tempo a discutere di soluzioni alternative che, inutile dire il contrario, non hanno nulla a che vedere con l’accordo di programma sottoscritto nell’aprile del 2015 e con l’obiettivo, anche politico, che lo stesso si prefissava. La salute di questo territorio, il sistema sanitario, meritano una occasione in più e questa occasione è rappresentata dal progetto originario del Centro di Alta Diagnostica. La Provincia ha investito risorse nel momento più buio per l’ente: avevamo pochi soldi per scuole e strade ma abbiamo comunque deciso di contribuire con circa 800mila euro, perché eravamo convinti di partecipare e fare la nostra parte nell’ambito di un sistema che avrebbe prodotto qualcosa di grande da mettere a disposizione dei nostri cittadini, dei medici, dell’università. Per questi motivi ribadisco quanto già affermato in più occasioni dal presidente Della Penna: accettare ipotesi alternative all’accodo di programma del 2015 significa tradire quello spirito che ci portò a sottoscriverlo e un atto che è per noi un elemento di garanzia e per il quale chiediamo alla Fondazione Roma, pur ringraziando per l’opportunità che ci viene offerta, il pieno rispetto di quanto pattuito ormai da diversi anni. Non esistono soluzioni alternative, esiste quanto stabilito in accordo di programma che aveva delle basi solide che nel corso degli anni non sono state scalfite neanche da qualche tentativo di depistaggio. Il centro di alta diagnostica va realizzato così come era previsto, senza altre ipotesi, senza percorrere altre strade. La Regione ha confermato di voler fare la sua parte, la Provincia ha già fatto la sua, il Comune continui sul percorso tracciato dagli accordi iniziali e la Fondazione Roma confermi, rispettando quanto pattuito, di essere il grande mezzo di crescita ed innovazione che è sempre stata”.