Amarsi un po’. La campagna di CILD oggi racconta i braccianti agricoli dell’Agro Pontino

Anche durante le fasi più acute della pandemia, i braccianti agricoli hanno continuato a lavorare nei campi, garantendo il costante approvvigionamento di alimenti alle nostre tavole.

Tra loro ci sono anche quelli che, per la maggior parte indiani, lavorano nelle campagne dell’Agro Pontino. Siamo stati proprio in queste zone per raccontare come, nonostante l’impegno e l’importanza del lavoro svolto, le loro condizioni di lavoro e di vita, in questa fase di crisi, siano spesso peggiorate.

Il ringraziamento che in molti hanno tributato ai braccianti agricoli, ci spiega Marco Omizzolo – sociologo, ricercatore e presidente di Tempi Moderni – dovrebbe dunque soprattutto tradursi in politiche concrete per tutelare meglio questa categoria fondamentale di lavoratori e far emergere dall’irregolarità e dallo sfruttamento molti dei suoi rappresentanti.

Questa è la nuova storia che la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD) ha lanciato questa mattina nell’ambito della campagna Amarsi un po’, per raccontare la forza della società civile dentro e oltre la pandemia.

Amarsi un po’ vuole riconoscere e celebrare l’ordinario coraggio, l’infaticabile lavoro, l’encomiabile esempio di donne e uomini liberi che fanno la loro parte per il bene comune.

Andrea Menapace, direttore di CILD commenta: “Siamo stati colpiti da questa pandemia all’improvviso e nelle cose più care: la vita, la salute, gli affetti, le relazioni, il lavoro. E vogliamo davvero uscirne, tutti. Non solo vivi, ma anche uniti e migliori. Questo non dipende solo dalla capacità di chi guida il paese e dall’impegno della comunità medica e scientifica. Ognuno di noi ha un ruolo da giocare, piccolo o grande che sia. Con questo spirito abbiamo pensato ad Amarsi un po’, una campagna per raccontare e praticare la libertà e i diritti, partendo da chi li difende, li coltiva o ne ha bisogno”.