Antonio Palo: “A Terracina non ho rimpianti, ma ora guardo avanti. II campo è la mia vita”

L'ormai ex allenatore del Terracina, Antonio Palo

Dopo settimane di silenzio, Antonio Palo è tornato a parlare della sua esperienza sulla panchina del Terracina. Lo ha fatto in un’intervista rilasciata a Serie D 24, nella quale ha ripercorso le tappe di una stagione complicata, conclusasi con la retrocessione in Eccellenza, ma vissuta con passione e senso di appartenenza.

“Mi manca un ‘botto’ il campo – ha ammesso – io senza campo non respiro. È il mio ossigeno. Finché c’è passione, c’è vita. E io, in mezzo all’erba, mi sento vivo”. Un concetto semplice, ma potente, che descrive alla perfezione il rapporto profondo che Palo ha con il calcio: non solo mestiere, ma linfa vitale.

Il tecnico lucano non nasconde l’amarezza per l’epilogo della stagione, segnata da alti e bassi, speranze accese e poi spente: “Mi dispiace tantissimo per com’è andata, perché i ragazzi non meritavano quel finale. Speravo davvero di portare quella barca in porto, in mezzo alla tempesta. Ma non ci siamo riusciti”.

Con lucidità e onestà, Palo analizza il peso delle responsabilità: “Quando non si centra un obiettivo, non c’è un solo colpevole. È una responsabilità condivisa: un po’ mia, un po’ della società. Il calcio è un gioco collettivo, anche nei fallimenti”.

Ma al di là dei risultati, ciò che resta è il legame umano con l’ambiente: “Terracina per me era diventata casa. Mi ero legato ai tifosi, alle persone, ai ragazzi. Vederla finire così, con delusione e amarezza, fa male. Davvero male”.

Anche nelle difficoltà, Palo sottolinea quanto abbia ricevuto da questa esperienza: “Quella piazza mi ha lasciato tanto. Ogni giocatore mi ha insegnato qualcosa, ogni tifoso mi ha trasmesso affetto. È stato un periodo formativo che porterò sempre con me”.

Il tecnico ricorda anche i momenti positivi, soprattutto nella prima parte di stagione: “Tanti di quei ragazzi non avevano mai giocato in Serie D, ma ci siamo fatti rispettare anche contro squadre attrezzate. Poi sono arrivati gli errori, certo, ma qualcosa di buono l’abbiamo costruito”.

Dopo il secondo addio, la squadra è stata affidata al suo vice, una scelta che Palo comprende: “Conosceva bene l’ambiente, era già dentro lo spogliatoio. Però ci tengo a dirlo chiaramente: non ho abbandonato nessuno. Non sono fuggito. Non c’erano più le condizioni per proseguire. C’era tensione, anche all’interno della società. Si era arrivati a un punto di rottura. Ma preferisco non entrare nei dettagli”.

Infine, un pensiero affettuoso alla squadra e alla tifoseria: “Auguro solo il meglio al Terracina, ai suoi tifosi e a quei ragazzi che hanno lottato dal 20 agosto fino all’ultimo secondo. Io, intanto, aspetto una nuova occasione. Perché ho ancora tanto da dare”.

Per Antonio Palo il calcio non è una parentesi. E ora è pronto a rimettersi in gioco.