Aprilia, il sindaco Antonio Terra rinviato a giudizio. Carmen Porcelli: “Una vicenda gravissima”

Antonio Terra e Carmen Porcelli

Il sindaco di Aprilia Antonio Terra rinviato a giudizio per il caso “rimborsi facili”. Questa mattina al termine della Camera di Consiglio, il gup del Tribunale di Latina ha accolto la richiesta del PM e rinviato a giudizio il sindaco di Aprilia Antonio Terra, gli ex assessori Rino Savini e Cataldo Cosentino e l’avvocato Antonio Martini. I tre amministratori, difesi dall’avvocato Antonio Martini nel caso delle assunzioni senza concorso che li aveva visti vittoriosi alla Corte dei Conti nel 2011, sono accusati di aver “gonfiato” il rimborso chiesto al comune e versato all’avvocato del foro romano solo parte della cifra ottenuta. A decidere dovrà essere il tribunale e la prima udienza è stata fissata per il 14 marzo 2019.
A portare alla luce la vicenda nel 2015 e presentare un esposto alla Procura della Repubblica, fu la ex consigliera Carmen Porcelli, che alla luce del rinvio a giudizio torna ribadire la gravità dei fatti che chiamano in causa il sindaco e la coalizione civica.

“Il rinvio a giudizio del primo cittadino pronunciato da un magistrato, e non da un avversario politico – commenta Carmen Porcelli-  non potrà oggi trovare scuse o giustificazioni da parte di Terra né dei suoi sodali perché per la storia di questa città è e resterà un fatto grave, vergognoso. Il fatto che il sindaco di Aprilia sia stato messo alla sbarra per la nota questione dei rimborsi legali gonfiati, conferma ancora di più che la questione morale, la legalità ad Aprilia rappresentano ancora di più oggi delle priorità. Ho presentato nel 2015 una denuncia alla Procura della Repubblica di Latina dopo aver raccolto atti, presentato interrogazioni, chiesto delucidazioni perché ritenevo gravissimo ciò che leggevo in quei documenti: la Corte dei Conti stabiliva una precisa cifra a titolo di rimborso eppure il sindaco ed altri ex amministratori chiedevano al Comune molti soldi, troppi per poter rimanere in silenzio.  Malgrado gli sberleffi e le offese personali ho scelto di andare avanti denunciando tutto pressi gli organi competenti perché la giustizia e la verità sono valori in cui credo fermamente, e  non come altri, tanti, che li utilizzano all’occorrenza, quando gli fa comodo ; ho pagato anche per questo quello che mi è accaduto nell’ultima campagna elettorale, per le mie tante denunce, ma sono ben contenta di averlo fatto, lo rifarei.  Io posso davvero camminare a testa alta,  altri possono solo continuare a guardare in terra quando incrociano lo sguardo altrui come han sempre fatto. E sono ben contenta di non aver, meno che mai con motivazioni pretestuose e ridicole, aiutato nessun sindaco al ballotaggio, le scelte di convenienza, evidentemente, non fanno per me. Oggi mi chiedo come possa un sindaco accusato di aver truffato il comune che amministra svolgere serenamente le sue funzioni, sindaco che ha pure rischiato l’arresto per questa vicenda e che aveva detto che si sarebbe dimesso se fosse stato rinviato a giudizio. Ovviamente Terra, l’abbiamo imparato a conoscere insieme alle sue bugie, non farà nulla di tutto questo e sono certa lo aiuteranno in tanti a proseguire, ognuno alla ricerca del proprio tornaconto e tutto ciò farà del male a noi cittadini apriliani. Io credo che una vicenda così importante dovrebbe essere discussa in consiglio comunale e sviscerata nella commissione trasparenza. Come ritengo dovrebbe essere interrogato il Prefetto affinché fughi tutti i dubbi sulla possibilità che, in applicazione della legge Severino, Terra debba dimettersi”.

Dello stesso avviso anche il direttivo della Lega di Aprilia.
Per tutta la campagna elettorale il sindaco Antonio Terra non ha fatto altro che sminuire il caso “rimborsi facili” e l’accusa di truffa e falso ideologico che lo riguardava, assicurando ai cittadini che l’8 ottobre non sarebbe accaduto nulla e accusando gli avversari politici di voler solo cavalcare in maniera strumentale una vicenda “personale”.  Ora che il giudice ha deciso per il rinvio a giudizio del primo cittadino di Aprilia, rendendo reali tutti i nostri timori, riteniamo sia doveroso che il sindaco faccia un passo indietro, dimettendosi per dare modo al Comune di Aprilia di costituirsi parte civile nel caso “rimborsi facili”.  Ci auguriamo che Antonio Terra riesca nelle sedi deputate a dimostrare la propria estraneità ai fatti di cui è accusato, ma al contempo riteniamo debba difendersi senza più avere le responsabilità che la carica di sindaco comporta e senza compromettere l’ente pubblico. Il senso di responsabilità deve imporre a questa maggioranza di uscire da questo inaccettabile stato di ambiguità che caratterizza vari settori e vicende. Su questo punto però ambiguità non può e non deve esserci. Il sindaco avrebbe a nostro avviso il dovere morale di convocare subito un consiglio comunale straordinario, per riferire quanto accaduto nelle sedi istituzionali. Lo deve, prima ancora che alla massima assise composta da consiglieri eletti, a tutti i cittadini”.