Avvocati, il ministro scioglie il consiglio dell’Ordine: Mignano ancora commissario

Giacomo Mignano

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha sciolto il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Latina essendo cessati dalla carica oltre metà dei suoi componenti, nominando di nuovo come commissario straordinario Giacomo Mignano.

Nuovo passaggio in questa diatriba tra avvocati che sembra non avere fine e va avanti a colpi di ricorsi, non certo storici come quelli di Gianbattista Vico.

Ricorsi legali che avevano portato i primi 5 non eletti alle scorse elezioni, dopo la dichiarazione di eleggibilità di 5 consiglieri, a costituire il nuovo consiglio dell’Ordine e ad eleggere anche un nuovo presidente, Umberto Giffenni. Senza però prendere mai neanche possesso della sede chiusa per Covid.

Dopo l’ultimo ricorso la nuova decisione del ministro e la nuova nomina di Mignano che dovrà traghettare l’Ordine a nuove elezioni.

“Finisce cosi, almeno si spera – ha dichiarato Mignano – quella che è stata sicuramente l’ora più buia ed odiosa della storia del nostro Foro.

L’Ordine può cosi riprendere, al netto di possibili ulteriori gravami giudiziari, la sua ordinaria attività, in questo difficile contingente momento per la nostra collettività.

Con l’ausilio della Segreteria, che anche nell’ultimissimo periodo, sebbene tra mille obiettive difficoltà, ha comunque cercato di assicurare, con grande spirito di sacrificio, i servizi minimi essenziali, e dei Sub Commissari, che stoicamente mi hanno coadiuvato, in questo lunghissimo anno, cercherò di riattivare immediatamente, con il massimo impegno, tutte le attività che sono proprie dell’Ente che ci rappresenta, con l’intento di superare i ritardi accumulati, in conseguenza dell’impasse venutosi a creare nell’ultimo mese.

Ciò nell’interesse indistinto di tutti gli iscritti, con lo stesso spirito di mero servizio che ha improntato la precedente gestione commissariale, cercando di garantire quell’impegno costante che ha consentito di licenziare oltre 500 determine e stipulare 6 protocolli di intesa, onde garantire il migliore funzionamento degli Uffici Giudiziari, in quest’ultimo disgraziato periodo.

In questo contesto, al di là delle singole contrapposte posizioni e fatte salve le prerogative di coloro che dovessero dissentire dai provvedimenti adottati dal Cnf e dal Ministero della Giustizia – ha aggiunto il commissario – deve rimarcarsi che non saranno più tollerate eventuali ulteriori forme di prevaricazione e di intolleranza, quali quelle cui abbiamo recentemente assistito, degne più di una giunta militare dei paesi dell’America Latina, degli anni’80 dello scorso secolo, che di un Paese democratico del 2020.

L’auspicio e che si ritrovi, al più presto, nel nostro Ordine ii giusto decoro professionale, che sembra purtroppo smarrito, e si possa anche, in uno spirito di rinnovata ma sana competizione, dare la giusta voce alla Assemblea degli iscritti, affinché possa in piena autonomia e, soprattutto, in maniera democratica scegliere i colleghi che debbano effettivamente rappresentarla”.