Bilancio di Casati e Coletta : “Il Covid non è diventato meno virulento, manteniamo attenzione alta”

Il direttore della Asl di Latina, Giorgio Casati, e il sindaco Damiano Coletta si sono incontrati in diretta Facebook per un aggiornamento sul coronavirus in provincia di Latina. Un primo bilancio non solo sui numeri, ma anche su come è stata gestita la crisi sul territorio.

“Latina ha una prevalenza del 9,15%, abbiamo avuto – ha spiegato Casati – 116 casi sul Comune di Latina  e di questi 102 sono già guariti, con un esito positivo interessante”.

In provincia la percentuale dei guariti è dell’83,7%: uno dei dati migliori a livello nazionale. “Abbiamo avuto anche un riconoscimento a livello nazionale: Motore Sanità, che è un consorzio di aziende del nord ha inserito l’esperienza di Latina tra le 7 eccellenti. Non è un istituto scientifico riconosciuto a livello nazionale ma fa molto piacere”.

Casati ha ricordato poi i primi giorni della crisi, che sono stati drammatici: “I primi ricoverati arrivavano dal Comune di Fondi, erano i più gravi, perché già aggravati. Quando arrivavano 5-6 pazienti al giorno pensavamo di essere davanti ad una epidemia come quella del nord”.

Coletta gli ha fatto eco: “Era all’incirca il 22 marzo: ci aspettavamo la grandine perché c’erano alcuni link nei luoghi pubblici. Cosa può aver determinato il contenimento?”

“Il primo momento del cambiamento per il contenimento – ha ripercorso questi tre mesi Casati – al di là dello splendido rapporto avuto con i sindaci c’è stato quando sono arrivati primi casi di Fondi, il 3-4-5 di marzo: la svolta fu con l’incontro con prefetto, carabinieri e questura e si fece un accordo verbale per seguire il contact tracing.

Ci ha aiutato in modo decisivo e ha facilitato anche i sindaci, perché quando c’era un cluster si attivava un intervento immediato per tracciare i casi. Lo dicevo a febbraio: questa battaglia si vince sul territorio. Non posso contare solo sull’ospedale.

L’altra strada efficace è stata quella della telemedicina: 228 poste in telemedicina e 26 sono state salvate perché peggioravano, e subito li abbiamo salvaguardati in ospedale senza portarli in terapia intensiva. Verso il 20 marzo abbiamo coinvolto anche i medici di medicina generale per la sorveglianza attiva e per il contact tracing.

Sulla terapia intensiva abbiamo deciso di non seguire le linee guida e non abbiamo mandato in terapia intensiva meno persone. E’ stato difficile prendere questa decisione, ma ha funzionato”.

La guerra contro il coronavirus non è finita: “In questo momento – ha continuato Casati – non abbiamo situazione di criticità, sono 6 giorni che non ci sono positivi ma domani già ne avremo: almeno 1 tampone positivo. C’è però chi sostiene che sia meno virulento, ma non è vero. Le misure restrittive hanno consentito di rallentare la diffusione. Nel Lazio il virus non ha circolato come al nord, non arriviamo all’1 per cento di test fatti positivi. Non essendo circolato se arriva un caso attecchisce perché le persone non hanno anticorpi. Per questo dobbiamo stare più attenti”.

Ha poi fatto il punto sulle attività ambulatoriali: “Avevamo 50mila arretrati a fine maggio e abbiamo cercato di capire se avessero ancora necessità e alla fine quasi tutti avevano comunque bisogno e li abbiamo ricollocati o stiamo ricollocando e alla fine del mese avrà già recuperato i sospesi. Sulle altre situazioni più delicate da recuperare stiamo lavorando. Anche perché tutti i posti devono essere in sicurezza e poi una parte dei nostri professionisti avrà bisogno anche di una pausa.

Per quanto riguarda il Goretti la Terapia intensiva è libera da tempo dal Covid, anche Medicina d’urgenza l’ultimo paziente è stato dimesso, abbiamo qualcuno solo in Malattie infettive.

Per il futuro il pronto soccorso in cui sarà mantenuto con i due percorsi di accesso, rimarrà la tenda fino a una soluzione più strutturata e avremo il problema di pazienti grigi che clinicamente hanno i sintomi di pazienti Covid, ma il tampone è negativo. Esistono i falsi negativi e li gestiamo come se fossero Covid: se avranno bisogno di Terapia intensiva andranno a Roma, se no ancora al Goretti in zone separate”.

In attesa del vaccino anti-Covid ora è molto importante che ci si vaccini contro l’influenza. Questo un altro concetto su cui hanno insistito sia il primo cittadino che il direttore della Asl: “Vacciniamoci – ha detto Casati – perché lo facciamo per noi e per chi ci sta vicino. Manteniamo alto il livello di attenzione, perché il rischio che riprenda la diffusione c’è. Non ci possiamo permettere un’altra chiusura, quindi che il coronavirus riprenda spazio nella nostra vita”.