Tavoletta riferisce che da mesi al Patronato Acli di Londra bussano tantissimi italiani in cerca di risposte.
“Durante questo periodo, che si estenderà almeno fino al 31 di ottobre, la confusione che si è creata ha toccato tutti – afferma Tavoletta -. I giovani sono quelli più in confusione, ovvero si pongono la domanda: è più conveniente restare o tornare in patria? Se la Brexit si portasse via queste energie, per la Gran Bretagna non sarebbe un buon affare. Dopo tre anni, rinvii e due premier, la Gran Bretagna sta vivendo una ulteriore fase di fortissima tensione politica a due mesi dal termine fissato per l’uscita dall’Unione: Boris Johnson ha chiuso il Parlamento con lo strumento Prorogation” .
“Davanti a Westminster – riassume il direttore delle Acli -, il giorno dopo l’annuncio di Boris Johnson, migliaia di cittadini si sono riuniti per protestare contro la decisione del Primo Ministro mentre una petizione online contraria al ‘no deal’ ha raccolto in un solo giorno più di 500mila firme”.
Tavoletta evidenzia che anche il mondo ecclesiale si è espresso: “Un gruppo di 25 Vescovi della Chiesa di Inghilterra hanno scritto una lettera aperta in cui esprimono ‘particolare preoccupazione’ per una Brexit senza accordi con l’UE”.
“Noi qui in provincia di Latina non siamo indifferenti ad un fenomeno che ha ripercussioni dirette nella nostra regione, che emerge dall’immediato collegamento tra le due Capitali”, afferma il direttore.
Le Acli attraverso il Patronato stanno cercando di svolgere un orientamento per le famiglie che hanno componenti emigrati in Inghilterra, soprattutto per la disponibilità di avere gli uffici non solo in Italia, ma anche in alcune città inglesi: Londra, Birmingham, Bedford e Nottingham.
“Ora la riflessione che abbiamo portato tra gli aclisti della provincia di Latina – spiega – è sulla importanza del rapporto tra democrazia, pedagogia politica ed educazione civica. La Brexit è stata scelta da un voto popolare, da una legittima scelta democratica, ma rapidamente quel consenso che l’ha sostenuta è diminuito fino ad essere affievolito a minoranza, perché quella stessa scelta molti la stanno rimpiangendo, considerandola erronea”.
Le Acli hanno sostenuto in questi anni tante campagne ed iniziative in provincia di Latina per rappresentare l’educazione alla democrazia, considerando “pericoloso l’approccio populista di alcuni movimenti, evidenziando, invece, come sia la elaborazione della riflessione nel confronto nei corpi intermedi che possa generare decisioni condivise, ma anche socialmente equilibrate”.
“Le Acli provinciali di Latina condividono questo confronto con tante altre organizzazioni, ma in particolare con quelle ispirate dalla dottrina sociale della Chiesa, aderenti al Forum ‘015, perché i cittadini della nostra provincia anche per le scelte locali – conclude Tavoletta – si servano dello strumento dei corpi intermedi, che questa nostra Costituzione gli ha dedicato per evitare gli squilibri sociali e le disuguaglianze”.