Caporalato, l’Inps riconosce la disoccupazione ai lavoratori sfruttati

L’Inps riconosce diritti previdenziali a migliaia di vittime del caporalato. La battaglia era iniziata dopo che molti braccianti che avevano denunciato lo sfruttamento nei campi non si erano visti riconoscere la disoccupazione, perché non inquadrati come “lavoratori agricoli”.

“Si consumò in danno di quei lavoratori – ha detto Luigi Garullo, segretario generale della Uil di Latina – oltre allo sfruttamento che avevano subito anche una beffa sotto il profilo amministrativo. Chi li doveva sostenere, in particolare l’Inps di Latina, li ha danneggiati ancora lasciandoli senza disoccupazione e nessun sostegno. Ora la questione è stata risolta a livello nazionale”.

“La Uila – fanno sapere dal sindacato – ringrazia la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e il presidente dell’Inps Pasquale Tridico perché da oggi decine di migliaia di braccianti agricoli vedranno, finalmente, riconosciuti i propri diritti previdenziali negati in numerose situazioni, denunciate dalla Uila, che hanno portato alla cancellazione di tutele e prestazioni.

Infatti, con la Circolare 56, appena emanata dall’Inps e che la Uila ha fortemente voluto, è stato chiarito che, a prescindere dall’inquadramento del datore di lavoro, è l’attività agricola effettivamente svolta dal lavoratore che fa fede ai fini della sua identificazione previdenziale. Vengono così sanate situazioni profondamente ingiuste che hanno coinvolto numerose vittime dello sfruttamento dei caporali“.