CasaPound Latina: la censura di Fb non ci allontanerà da piazze e quartieri

Foto scattata nella sede di CasaPound Latina durante la campagna elettorale delle scorse europee. Con Marco Savastano e Cristina Iacovacci, candidata, il segretario nazionale Simone Di Stefano

Nessuna censura potrà mai allontanarci da strade e quartieri“. Così Marco Savastano, responsabile di CasaPound Latina, il giorno dopo la chiusura di tutti i profili Facebook e Instagram legati al movimento e ai suoi militanti.

“I nostri post, i nostri comunicati, le discussioni da noi aperte e le situazioni da noi documentate sono andate perdute – denuncia Savastano -. Nel deserto digitale prodotto dalla più massiccia opera di censura dalla diffusione dei social network nel nostro Paese, è andata perduta anche l’illusione, se qualcuno l’avesse mai avuta, che la rete sia uno spazio libero e sostanzialmente distaccato dal mondo reale; la speranza, se qualcuno l’avesse mai nutrita, di poter disporre liberamente dei diritti che immense schiere di tutori della democrazia vanno raccontandoci quotidianamente. Noi non apparteniamo a queste categorie: ben consci delle realtà sinistre che si annidano dietro la quasi totalità delle vie di comunicazione e avvezzi al confronto con chi farebbe carte false per farci scomparire dalla scena politica, non ci meravigliamo”.

Né Savastano né il movimento di CasaPound si dicono stupiti del fatto che tutto ciò sia avvenuto nel giorno in cui si è insediato, “o per meglio dire insidiato, il governo più antinazionale degli ultimi anni”.

La coincidenza dei profili oscurati con la manifestazione in piazza Montecitorio è stata già sottolineata ieri dal segretario nazionale del movimento, e oggi Savastano rilancia parlando di “un governo che non nasce dalla solarità delle piazze o dalla trasparenza delle urne, ma dai sussurri di Palazzo e dalle strette di mano di nemici un tempo giurati”. “In questo squallido teatrino di maschere, burattini e traditori del popolo, siamo pure poco sorpresi dall’arroganza di una multinazionale – afferma il referente di CasaPound Latina – che tappa la bocca a chi, regolarmente, corre alle elezioni, spingendosi a ritenere ‘inadeguato agli standard’ perfino un simbolo che compare sulla scheda elettorale, accaparrandosi quindi un’autorità superiore a quella dello Stato e con il plauso di chi, più sui muri e sulle magliette che nella realtà, quelle multinazionali asserisce di combatterle”.

“Essere stati il primo bersaglio di questa risacca antisovranista – conclude il leader pontino del movimento di destra – è una medaglia che ci appuntiamo al petto, seppur di fretta, per non togliere tempo da dedicare alla riapertura delle medesime pagine e ad un altro giorno da spendere in un mondo fatto di vie, strade, quartiere, piazze da cui nessuna censura potrà mai sperare di toglierci. Se non trovate la pagina, cercate la torre: è li che ci troverete”.