Caso Lucky, il 69enne condannato resta in carcere: respinta richiesta dei domiciliari

E’ stata rigettata la richiesta degli arresti domiciliari per l’uomo che avrebbe ucciso il cane Lucky e commesso una serie di reati molto gravi nei confronti dei suoi familiari. Il 69enne è stato condannato in primo grado per violenza sessuale sulla moglie e sui nipoti e maltrattamenti.

L’avvocato che lo difende, Giovanni Codastefano, aveva comunque chiesto una misura cautelare meno afflittiva per l’uomo, considerando anche che ora la famiglia vive in una località protetta e il 69enne non potrebbe reiterare il reato. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Latina, Giuseppe Cario, però non ha ritenuto adeguata la misura proposta e ha lasciato l’uomo in carcere.

Arrestato il 16 agosto scorso dovrà scontare 8 anni di carcere: questa la condanna per i reati contestati. La moglie e i familiari, che dopo la morte del cagnolino avevano trovato il coraggio di denunciare anni di violenze ed abusi, stanno ora cercando di dimenticare gli abusi subiti. Episodi inquietanti erano emersi nel corso delle indagini. Il 69enne avrebbe anche sparato alla donna, uccidendo in quell’episodio un pitbull sempre della famiglia, che si sarebbe interposto salvando la padrona. Il difensore ha preannunciato il ricorso al tribunale del Riesame.