Circeo, alza il muro per impedire l’accesso al mare. Il caso sollevato da Domenichelli

A proposito di accessi al mare e del “richiamo” del Wwf Litorale Laziale che ieri ha voluto evidenziare che la normativa vigente pone l’obbligo per i titolari di concessione demaniale di consentire il libero e gratuito accesso e transito degli utenti alla battigia, il delegato all’ambiente del Comune di San Felice Circeo ha tempestivamente segnalato agli uffici preposti una situazione, da ritenersi del tutto censurabile, venutasi a creare sulla scogliera del promontorio. Siamo in località Quarto Caldo, dove la presenza di numerose residenze già di per sé rende difficoltoso l’accesso al mare.

Con una missiva indirizzata ai responsabili del settore urbanistica, demanio e Polizia Locale, al sindaco, all’ufficio locale marittimo e all’Ente Parco, Franco Domenichelli ricorda che appena un mese fa la Polizia Locale ha accertato nei pressi di una proprietà privata di via delle Batterie la realizzazione di un muro abusivo, rientrante in un progetto di recinzione. Muro poi in parte demolito. Domenichelli, porta a conoscenza degli uffici, che la società titolare della proprietà dal 2008 al 2013 è stata titolare di una concessione demaniale per 1.400 metri fronte mare “da adibire a scogliera asservita alla retrostante proprietà privata con divieto assoluto di recintare”. Secondo la ricostruzione di Domenichelli, inspiegabilmente, a settembre 2016 il responsabile del servizio demanio ha chiesto alla società in questione il pagamento di 3.569,94 euro “quale canone provvisorio per l’anno 2016”: “La concessione è scaduta nel 2013 – osserva il delegato del sindaco -: non si comprende a quale titolo ne sia stato richiesto il rinnovo solo per il 2016, peraltro solo a settembre”. Domenichelli a questo punto sottolinea come il versamento del canone sia stato effettuato dopo l’entrata in vigore dell’ultima normativa a tema che “in nessuna parte contempla la possibilità che vengano rilasciate concessioni demaniali marittime a uso privato”.

Dunque, per il delegato all’Ambiente dovrebbe ritenersi nulla la richiesta di pagamento del canone che il Comune, qualora effettivamente incassato, dovrebbe restituirlo. La situazione di abusivismo riscontrata, la mancanza di utilità della recinzione, l’impossibilità ad ottenere nuova concessione demaniale ad uso privato sarebbero quindi le condizioni da prendere in considerazione nell’esame della pratica edilizia avviata con il progetto di recinzione.  “Il tratto di scogliera in oggetto – conclude Domenichelli – è da ritenersi libero per la fruizione del mare senza alcun vincolo all’accesso e alla permanenza. Di ciò sarà opportuno tenga conto il Comando di Polizia Municipale per evitare che gli agenti si trovino a segnalare ai bagnanti inesistenti aree riservate”.