Coletta e Lbc concentrati sul futuro del teatro. Arriva la salumeria

Il teatro di Latina è chiuso ormai da anni. Il capoluogo di una provincia con oltre 600mila abitanti è privo di una casa della cultura.

Dal giorno del suo insediamento sentiamo il sindaco Coletta ripetere che il teatro sarebbe stato restituito ai cittadini “più bello, più sicuro, più ricco nell’offerta del cartellone”.
Dopo oltre quattro anni il rivoluzionario Coletta e i confusi componenti di Latina Bene Comune, stanno ancora cercando di capire se sono un movimento o un partito senza conoscere il senso dei termini che in politica come nella vita non possono essere gettati a caso, non sono riusciti in quella che ormai per molti è diventata una missione impossibile: vedere il sipario del D’Annunzio alzarsi di nuovo.

Una serie di sfortunati eventi si sono, stando la versione fornita da Lbc e Coletta, rannuvolati sul teatro ma loro non si sono arresi e come si dice in gergo hanno fatto di necessità virtù.
Hanno preso spunto dall’impavido presidente Conte, con gli stati generali dell’economia che hanno prodotto il nulla, e deciso che il teatro non esiste ma parlarne lo renderebbe più vivo.
Così, confondendo ancora una volta ruoli, termini, atti e funzioni, comprese le proprie, hanno lanciato una petizione per salvare il teatro nella quale in sintesi chiedevano al sindaco di Latina, Coletta fino a prova contraria, di mettere in atto ogni azione in suo potere per riaprire il D’Annunzio.

Insomma hanno impegnato se stessi a fare quello che non sono riusciti a fare in oltre quattro anni di governo della città.
Non soddisfatti sono andati oltre decidendo di organizzare una serie di incontri, pagati dai cittadini, considerato che la partecipazione dei consiglieri nelle commissioni è tutt’altro che gratuita, per decidere cosa fare del teatro e quali contenuti debba avere il Palazzo della cultura.

Scelta lungimirante ed avveniristica. D’altro canto che vuoi fare con un teatro? E la risposta rivoluzionaria è arrivata già nella prima audizione con il professor Maulucci che sconcertando tutti ha detto che ci vanno messi gli attori, anche a guidarlo, e magari qualche spettacolo degno di nota, poi magari gli artisti, la musica e così via.
E noi che pensavamo che in un teatro si potesse mettere la rimessa di un gommista o il salumiere.

Mentre attendiamo la prossima puntata una certezza l’abbiamo ed ancora una volta sono gli stessi esponenti di Lbc ad illustrarcela nel panegirico sul referendum dove non avendo opinioni proprie e cercando di dare un senso unitario a cosa non lo ha, fanno leva su quella degli altri scomodando addirittura la Segre.

I cittadini intanto una certezza ce l’hanno: Lbc resta “concentrato sul presente e sul futuro della nostra città, sulla gestione dell’emergenza sanitaria, sociale ed economica”.
Promessa o minaccia?