Commercialisti, l’intervento di Romagnoli al convegno contro gli Isa

Un momento del convegno

Il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Latina Efrem Romagnoli contro l’introduzione degli Isa (Indici sintetici di affidabilità) da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Romagnoli ha preso parte alla due giorni convegnistica, del 26 e 27 settembre a Isola di Capo Rizzuto, organizzata da Ancal – Associazione nazionale commercialisti area lavoro di Gianpiero Gogliettino – e dall’Ordine di Crotone, dove sono state affrontate più tematiche, l’esternalizzazione delle attività e dei lavoratori, nonché i rapporti tra commercialisti e politica, tema particolarmente attuale in questi giorni di proclamazione dello sciopero contro gli Isa istituiti dall’Agenzia delle Entrate.

I lavori hanno visto la partecipazione di vari presidenti di Ordine: il padrone di casa Luigi Domenico Arcuri di Crotone, Elbano De Nuccio di Bari, Salvatore Giordano di Salerno, Pierpaolo Sanna di Cagliari, Mario Straticò di Castrovillari e appunto Romagnoli di Latina.

La tavola rotonda, a cui sono intervenuti anche parlamentari, ha visto l’esigenza di cambiare rotta nell’affermazione del ruolo economico-sociale e politico del commercialista. Su questo punto il presidente Romagnoli ha evidenziato “la necessità che la categoria oggi poco sentita, sia più presente in Parlamento, e partecipi e venga ascoltata già nella fase preparatoria di norme fiscali e societarie”. “L’apporto dei commercialisti, con le proprie importanti competenze, è fondamentale soprattutto oggi – ha detto il presidente dell’ordine di Latina -, dinanzi ad una classe politica meno preparata di un tempo, che subisce, per le manifestate esigenze di gettito, le norme tributarie scritte dai burocrati dei ministeri o dell’amministrazione finanziaria, senza tenere presenti le esigenze reali delle imprese e dei commercialisti”.

Romagnoli ha poi concluso ritenendo che “ciò dipende anche dalla assenza di capacità lobbistiche dei vertici della categoria, a cui compete la rappresentanza nazionale, che evidentemente non hanno saputo comunicare alla politica che i commercialisti e gli esperti contabili, con le proprie famiglie, praticanti, dipendenti ed indotto, pesano oltre un milione di voti”.