Coronavirus, le file al supermercato e la necessità di riscatto

Una situazione del genere era davvero difficile da prevedere, eppure quando sono state chiuse le scuole qualche pensiero che le misure restrittive sarebbero aumentate e non certo diminuite lo abbiamo avuto. Oggi i cittadini, anche in provincia di Latina, si ritrovano a dover fare i conti con un’emergenza nazionale e a cambiare radicalmente le proprie abitudini di vita.

Non siamo abituati e nemmeno un popolo che si distingue per disciplina o responsabilità. Abbiamo altri meriti, diciamolo. Per questo ancora domenica in molti non hanno rinunciato all’aperitivo al mare o hanno deriso chi chiedeva di rispettare la distanza di sicurezza almeno di un metro. Bene o male però che serve limitare al minimo indispensabile i rapporti interpersonali ormai è chiaro.

Se non riusciamo da soli a rispettare certe regole arrivano i decreti e le ordinanze regionali e locali. Pub chiusi, ristoranti in cui è obbligatorio rispettare le distanze di sicurezza e anche per fare la spesa non è più possibile ammassarsi nei supermercati o alle casse. Si entra pochi alla volta e gli altri aspettano fuori. La foto inviata da un nostro lettore di Sabaudia è qualcosa di particolarmente inusuale: la fila fuori dal supermercato in attesa di poter entrare e comprare generi di prima necessità. A parte qualche lite questa mattina risolta in breve tempo, tutti sembrano aver capito e aspettano con serenità il proprio turno.

Alla mancanza di disciplina metteremo in campo la grande generosità che ci accomuna, al nord quanto al sud. E la generosità in questo momento vuol dire rinuncia. Anche i ragazzi, i più restii a stare a casa, stanno dando segnali di aver compreso la gravità della situazione. Gli studenti del liceo classico Vitruvio Pollone di Formia hanno annullato l’evento del Mak P, la festa dei cento giorni prima degli esami, previsto per questa settimana. Lo hanno fatto prima del decreto, con senso di responsabilità verso i loro familiari e verso l’intera comunità. Questo è quello che ci viene chiesto anche per chi sta in prima linea e si prende cura dei malati: di aiutarli ad aiutare.