SABAUDIA – Torna attualità la questione del “Piano Gestione Daini” nel Parco Nazionale del Circeo.
Nonostante le rassicurazioni del Presidente Ricciardi a seguito del convegno di febbraio 2020, sono stati pubblicati nei giorni scorsi tre bandi, due dei quali prevedono l’abbattimento dei capi al fine alimentare e il trasporto di altri all’interno di Aziende agro-turistiche e venatorie per il divertimento dei “cacciatori della domenica”. Oltre ai bandi è stato pubblicato un’ eloquente avviso pubblico per la formazione degli incaricati all’attuazione del piano.
Così recita la “premessa” dell’avviso:
“L’Ente PNC intende formare nell’ambito del Piano Gestionale di controllo del daino, personale di supporto per le operazioni propedeutiche allo screening sanitario della popolazione, nonché quelle di rimozione attiva della popolazione di daino all’interno dell’Area protetta, ai sensi della vigente normativa, da effettuarsi sia tramite cattura in vivo degli animali mediante corral fissi o chiusini mobili, che con la tecnica dell’abbattimento diretto tramite arma da fuoco a canna rigata”
Il Piano Gestione Daini torna così a richiamare attenzione su di sé.
I daini sono stati introdotti nel 1957 per tutela della specie. Gli animali si sono riprodotti aumentando in modo esponenziale la loro popolazione, che l’Ente Parco cerca ora di regolamentare.
In una nota sul suo profilo personale facebook, il giornalista Paolo Vigorelli, denuncia quanto segue: “È del tutto evidente che, così stando le cose, vanno a farsi benedire gli impegni pubblici del Presidente del Parco, il Generale Antonio Ricciardi, che si era detto contrarissimo alle “soluzioni cruente” e aveva aperto le porte all’adozione dei daini. – prosegue – Il suo altisonante proclama “Nel Parco non si spara”, è clamorosamente smentito dai bandi di gara e dall’avviso pubblico per istruire i fucilieri del Parco. Nel Parco si sparerà e lei, Presidente Ricciardi, non può negarlo. È scritto nell’avviso pubblico, così com’era scritto nel Piano Gestionale – prosegue -. Inutilmente avevamo messo in guardia il Presidente che il Piano Gestionale di controllo del daino era un “piano di sterminio”, che le adozioni “ornamentali” erano addirittura escluse per principio dal Piano e che perfino quelle per l’allevamento a scopo alimentare o venatorio erano considerate una soluzione da scartare, per le ricadute negative di carattere biologico, sanitario e culturale”.
Il giornalista, nella sua nota avanza delle proposte non cruente e di facile attuazione che permetteranno il ridimensionamento della popolazione dei daini:
“Nei primi 5 anni del piano gestionale si proceda solo e soltanto con le adozioni e si proceda altresì alla cattura di altri capi per la loro sterilizzazione”.
Il caso
Al caso sollevato per la prima volta nel 2017 dal giornalista, ed ex sindaco di Ponza, Piero Vigorelli, all’epoca membro del direttivo del Parco stesso, hanno fatto eco le proteste di numerosissime associazioni animaliste italiane e cittadine. La questione è tornata di grande attualità a fine 2019, quando le procedure del bando sono state riprese dall’ente Ente Parco sotto la direzione di Paolo Cassola. Un “bando dello sterminio”, come lo ha definito Piero Vigorelli.
La procedura avviata a fine 2019 non passa fortunatamente inosservata e dopo nemmeno un mese, viene convocato un convegno promosso dai Comuni e dall’Associazione Gaia Animali e Ambiente. Nel convegno sono state avanzate proposte di controllo demografico della popolazione non cruento nell’intento di scongiurare la mattanza. A seguito del convegno, il presidente dell’Ente Parco il Generale Antonio Ricciardi, ha rassicurato il blocco dell’iniziativa e manifestato approvazione per l’adozione dei daini.
Il caso ad oggi, creando ancora più indignazione tra gli animalisti ed i cittadini che in questi anni si sono schierati a protezione della popolazione dei daini.
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