Desirée, un testimone: gli imputati ci impedirono di chiamare i soccorsi

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Gli imputati ci impedirono di chiamare i soccorsi per aiutare Desirée“. Lo ha affermato davanti al Gup un testimone sentito oggi in incidente probatorio nel procedimento per la morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata senza vita il 19 ottobre dello scorso anno all’interno di uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo a Roma.

Il testimone, che si trovava all’interno dell’edificio di via dei Lucani, è stato chiamato a confermare con atto istruttorio irripetibile quanto già detto nel corso delle indagini a inquirenti e investigatori, e cioè che voleva chiamare l’ambulanza ma gli fu impedito dagli indagati. Durante l’udienza il difensore di Yussef Salia, accusato con altri tre di omicidio volontario, ha depositato una denuncia contro i genitori di Desirée ipotizzando il reato di abbandono di minori e omessa vigilanza.

Questa mattina davanti al giudice Clementina Forleo sono state ammesse le parti civili. Oltre a Roma Capitale anche la madre, la sorellina di Desirée, il padre, i nonni, la zia e la Regione Lazio, più le due associazioni “Insieme con Marianna” e “Dont’t worry- Noi possiamo Onlus”. Venerdì 11 è stata fissata la prossima udienza e lunedì 14 il gup dovrebbe decidere.