Don’t touch bis, associazioni della stampa ammesse come parti civili

Si è tenuta questa mattina l’udienza del processo Don’t touch bis, che tra i capi di imputazione ha anche l’intimidazione al giornalista Vittorio Buongiorno, del Messaggero. Proprio oggi i giudici del collegio penale del tribunale di Latina hanno ammesso come parte civile Buongiorno, ma anche l’associazione Stampa romana e la Federazione nazionale della stampa, assistiti dagli avvocati Giulio Vasaturo e Irene Mottola. Il processo è stato poi rinviato all’8 ottobre.

Il processo in corso è relativo ad alcuni episodi non contestati agli imputati nel primo procedimento scaturito dall’inchiesta del 2015. Tra questi proprio la minaccia di Gianluca Tuma al direttore de Il Messaggero Latina. “Hai visto cosa succede in Francia a chi usa la penna scorrettamente?” si è sentito dire il giornalista durante la messa nella chiesa di San Marco, a Latina. Il riferimento all’attentato nella redazione del giornale satirico francese, Charlie Hebdo, avvenuto il 7 gennaio 2015, era più che evidente.

Altri episodi di cui sono accusati gli imputati sono lo spaccio di marijuana per Salvatore e Angelo Travali. E le minacce a Matteo Palombo, da parte di Cha Cha.

Sul banco degli imputati siedono: Salvatore Travali, il fratello Angelo, Angelo Morelli, Benvenuto Toselli, Costantino Cha Cha Di Silvio, Gianluca Tuma, Gino Grenga, Vincenzo Guerra, Giuseppe Travali, Francesco Viola, Stefano Ciaravino, Riccardo Pasini, Giancarlo Alessandrini, i carabinieri Giuseppe Almaviva e Fabio Di Lorenzo, Francesco Falco, Gino Rampello, Anna Maria Giannasi e Vincenzo Scala.

Soltanto Teresa Listo aveva chiesto e ottenuto il patteggiamento e la pena decisa è stata di un anno e 4 mesi di reclusione.