Europee, la sfida leghista di Adinolfi per risollevare l’Italia e Latina

Matteo Adinolfi

“I cittadini sono arrabbiati e voteranno la Lega e i continui attacchi al capitano porteranno altri voti”. Parola di Matteo Adinolfi, 55 anni, docente di Educazione civica, commercialista, consigliere comunale di opposizione a Latina eletto nel 2016 in quota a Noi con Salvini, coordinatore provinciale della Lega. E’ lui nella provincia di Latina a viaggiare con il vento del Carroccio in poppa.

Candidato alle europee nella circoscrizione Italia Centro è in terza posizione nella lista. Ma per andare a Bruxelles occorre che molti dei tanti “previsti” voti a sostegno del suo partito si traducano nella preferenza in suo favore. Che sensazione ha?

“Tocco ferro, ma buona. Quando spieghiamo che se non si mette la preferenza vincono quelli di fuori, la gente lo capisce. Eccome se non lo capisce. In questa provincia i cittadini si sentono abbandonati, senza autostrada; gli ospedali non funzionano, molte amministrazioni comunali, in primis quella di Latina, non riescono a governare. Va da sé che c’è voglia di un cambiamento radicale per il quale ci si affida a chi sul territorio ci mette la faccia”.

Non teme la concorrenza dei cinque stelle? “Su Latina no, e spero di non sbagliarmi. In questi giorni di campagna elettorale, da Aprilia e Minturno, ho avuto la percezione che chi in passato ha votato ai cinque stelle sia rimasto un po’ deluso. Chissà, magari voteranno la Lega”.

Lei sta cavalcando, ovviamente, tutti i temi di Salvini per le europee. Nei giorni scorsi è stato in una comunità sikh della provincia di Latina e in molti l’hanno contestata. Hanno detto che è stata un’iniziativa di cattivo gusto, vista la politica di Salvini in tema di migranti. Ha una replica? “Vede, noi non siamo razzisti. Salvini non è un razzista. Le persone che arrivano da fuori e rispettano le regole italiane meritano di essere considerati e trattati al pari degli italiani. È stato un onore per me essere ospite della comunità sikh. Gli indiani regolari sono i primi ad apprezzare l’intransigenza di Salvini sull’immigrazione irregolare”.

Adinolfi, lei ci ha messo la faccia anche sulla castrazione chimica come soluzione alle violenze sessuali, pensando ai bambini e alle donne. Come si rapporta con le donne? “Sono il motore della nostra società, le rispetto moltissimo in ogni contesto, anche in politica, anche se appartenenti altri partiti”. E in effetti in politica le aperture di Adinolfi verso le donne sono notorie. Alla festa regionale della Lega, Adinolfi ha convinto due esponenti di Lbc, donne, a partecipare alle tavole rotonde del Carroccio organizzate ai giardinetti di Latina. Ha convinto la consigliera del Pd a fare una lezione alla Scuola politica della Lega. Si arrabbia in Consiglio comunale contro chi alza la voce e offende le colleghe. Insomma, un Adinolfi che diventa trasversale quando la politica si popola di donne. Altro che quote rosa. “Il loro ruolo è sacro, ovunque. In politica, al lavoro e in famiglia. Per questo come Lega mi batto per le politiche a sostegno della famiglia, perché nessuno rinunci a crescere i propri figli. Le donne oggi sono ancora troppo penalizzate”.

La Bolkestein è stato uno dei temi ricorrenti della sua campagna elettorale. Perché? “Questa provincia ha una meravigliosa costa, il mio Paese, l’Italia, ha una meravigliosa costa. Ma la politica non è stata brava a farne un indotto turistico. Gli europarlamentari nel 2009, quando è stata introdotta la Bolkestein non si sono neanche accorti che in Italia non poteva essere applicata e quindi hanno lasciato che si approvasse questa direttiva distruttiva per gli operatori del settore”.

Un discorso legato al turismo“Abbiamo un territorio ricco di bellezze; il turismo va creato e sostenuto con risorse adeguate. Non si è stati in grado di intercettare a dovere il turismo russo, non ci si è fatti trovare pronti organizzando le nostre mete, preparando offerte alternative alle località oggi off-limits per le guerre e ragioni di sicurezza. Il nostro turismo ‘scomposto’ va completamente ristrutturato, ripensato”.

Agli agricoltori dell’Agro Pontino cosa ha detto in questi giorni? “Che finora sono stati rappresentati male in Europa. Gli europarlamentari italiani non si sono accorti che i regolamenti per i finanziamenti alle imprese agricole erano tarati per le grandi aziende tedesche e francesi. Noi della Lega vogliamo difendere le piccole e medie aziende agricole italiane. Ecco, dobbiamo andare in Europa anche per questo”.

Cosa l’ha più colpita in questi suoi giorni di campagna elettorale? “Il senso di abbandono vissuto dai cittadini. Questo mi ha colpito molto. Il mio impegno sarà anche e soprattutto finalizzato a ricostruire la fiducia nella politica, nelle amministrazioni, nelle istituzioni sperando ovviamente di poterne fare parte a pieno titolo”.

Adinolfi ha fretta ma non si sottrae a un’ultima battuta: la sua candidatura è stata avvelenata dalle dichiarazioni di un pentito del clan Di Silvio su una presunta compravendita di voti nel 2016…. “Ho già detto che non ho mai avuto contatti con queste persone, aggiungo che nell’ultimo ventennio mi sono candidato tre volte in Consiglio comunale, venendo eletto con 500, 500 e 450 voti. Tutto verificabile. I voti erano i miei, sfido chiunque a smentirmi, e saranno i miei anche quelli di questa consultazione sul vasto elettorato della circoscrizione di Italia Centro.”