Gaeta, reliquiari e opere d’arte rubate nelle chiese del sud pontino: i carabinieri restituiscono gli oggetti di valore

Reliquiari in legno dorato e il corredo della statua di san Costanzo. Oggetti di valore inestimabile, che erano stati sottratti anni fa dalle chiese di Gaeta, Itri e Minturno. Domani i carabinieri riconsegneranno tutti i pezzi di valore ai legittimi proprietari, che potranno rimettere in mostra i beni di elevato valore storico e artistico a beneficio della collettività. La cerimonia di consegna, che si terrà presso la Basilica Cattedrale di Gaeta domani mattina, vanterà la presenza del soprintendenre delle province di Frosinone, Latina e Rieti Saverio Urcioli, del Vescovo di Rieti Domenico Pompili, dei sindaci di Gaeta, Itri e Minturno. I beni, individuati e sequestrati nell’ambito di una complessa attività d’indagine cirata dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di  apoli, verranno riconsegnati nelle mani dell’arcivescovo di Gaeta, Mons. Luigi Vari. Si tratta di due reliquiari in legno dorato, rubati il 25 agosto 2002 dalla chiesa “San Giacomo apostolo” di Gaeta, un corredo facente parte della statua di San Costanzo, risalente al XIII secolo, e un reliquiario in argento, rubati il 10 agosto 2016 dalla chiesa di “Santa Maria Maggiore” di Itri. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia, ha permesso di tracciare il percorso di queste e diverse altre opere rubate, commercializzate nei mercatini di antiquariato della provincia di Roma e in quello capitolino di Porta Portese, e di scoprire e disarticolare un’organizzazione criminale, con sede a Napoli, risultata il fulcro di un crocevia internazionale di ricettazione di opere d’arte rubate.
Durante la stessa cerimonia inoltre verrà restituita un’acquasantiera ricavata da un capitello corinzio di marmo, trafugata il 1° aprile 1995 dalla chiesa di San Nicandro Martire della frazione Tremensuoli di Minturno, e recuperata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze nell’ambito di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca, avviata dopo un furto di beni culturali perpetrato, la notte di Capodanno del 2016, ai danni di un privato in provincia di Lucca. Nel corso delle indagini è emersa la responsabilità di un rigattiere lucchese, quale ricettatore di beni ecclesiastici asportati in diverse regioni italiane, che aveva la diponibilità di tre depositi clandestini. Le perquisizioni, effettuate nei confronti di acquirenti privati, ritenuti in buona fede, in numerose province italiane, hanno permesso ai Carabinieri di rinvenire oltre 100 beni d’arte rubati, tra i quali l’acquasantiera. Un evento che dimostra, ancora una volta, che solo attraverso una stretta e fattiva collaborazione tra Comando Tutela Patrimonio Culturale, Arma territoriale, Diocesi ed organi centrali e periferici del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo si può garantire la ricomposizione di percorsi storici, culturali e sociali con la restituzione, alla collettività, di preziose opere che ne costituiscono l’identità locale.