Gli effetti della pandemia sul boom del gambling online: analisi e sviluppo di un fenomeno in crescita

Il 2020 ha segnato profondamente la vita di tutti sia dal punto di vista emotivo, tra ansie e lockdown, sia economico con il blocco dei voli tra paesi, l’aumento dei controlli e una situazione tesa e difficile in tutto il mondo, con grandi perdite e difficoltà. In Italia la pandemia ha messo in ginocchio tutti i settori, specialmente i punti di ritrovo fisici come ristoranti, bar, luoghi turistici e centri di cultura.

L’Italia è infatti uno dei paesi che ha fatto del lockdown una delle armi contro il Covid più frequenti, e tutt’ora, nonostante diverse ondate e il vaccino, rimane l’incertezza dell’autunno e dei progressivi cambiamenti che questo virus porterà con sé in futuro. Nell’incertezza ci sono però anche mercati che sono cresciuti e si sono adattati, uno tra questi è sicuramente quello del gioco d’azzardo.

Il legame tra gioco d’azzardo e crisi economica

Non è la prima volta che si manifesta questo legame tra gioco d’azzardo e crisi; infatti, ci sono diversi esempi del passato. Nel 1789 ad esempio, a Parigi, anno dello scoppio della Rivoluzione Francese e della nascita di tutto il moderno illuminismo e la base dei diritti umani e politici, il Palais Royal era un punto di attrazione elegante e raffinata, ospitante più di centottanta tra caffè e negozi. Già nel 1791, nel periodo di massima incertezza successivo alla catartica deposizione della nobiltà e della monarchia, il Palais Royal ospitava nei suoi seminterrati bische e tavoli per il gioco d’azzardo.

Non solo, anche in Russia dal 1905 alla fatidica Rivoluzione d’Ottobre nel 1917, la popolazione si rivolgeva alle cosiddette “case da gioco” per passare il tempo e scordare i propri guai. Persino Tolstoj ne parla nei propri diari, e proprio nei momenti di maggiore crisi egli si reca in queste case di gioco e scommette. Dopo un primo calo nel 2020 a causa delle chiusure dei luoghi fisici di scommesse, gli italiani sono tornati a giocare d’azzardo e a puntare sulle scommesse.

I giochi online trainano il settore

Nonostante il calo del 2020, dovuto alle chiusure dei centri scommesse e delle sale slot, ma anche al blocco delle competizioni sportive, il mercato del gambling è tornato ai livelli pre-pandemici. Come evidenzia il rapporto presentato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2021 il mercato del gioco d’azzardo ha prodotto circa 107,5 miliardi di indotto.

Ciò si deve al fatto che, a causa della pandemia, molti giocatori hanno scelto di spostarsi dal fisico alle piattaforme digitali di gambling, come quella di Snai casinò, ad esempio, in modo da poter continuare a giocare anche attraverso i propri dispositivi senza dover aspettare le riaperture dei centri scommesse.

Il 2021, infatti, è stato l’anno del gioco online, il cui volume è aumentato di ben il 43% rispetto al 2019. Per comprendere appieno quanto sia cresciuto il mercato del gambling digitale, basta confrontare gli introiti delle agenzie fisiche con la spesa online nel triennio 2019-2021.

In particolare, i dati mostrano un calo delle entrate delle sale, passate da 4,8 a 1,8 miliardi, bilanciato però da un aumento degli introiti online, cresciuti del 56,6% rispetto al 2019. Ciò si deve in gran parte ai giochi online come casinò, poker e slot, passati da 26,3 miliardi del 2019 a 54,5 del 2021, ma anche alle scommesse sportive che, dopo la flessione del 2020 dovuta allo stop delle competizioni, sono tornate in positivo nel 2021 con 15 miliardi di introiti.

Lo scotto più grande di questi cambiamenti lo ha subito tuttavia lo Stato, che con il gioco online può ricevere meno introiti. L’Erario è infatti passato dal ricevere 11,4 miliardi di euro nel 2019 a soli 7,6 miliardi nel 2021. Si evidenzia quindi un buco da 3,8 miliardi di euro, che pesa per le casse dello Stato.