Golfo di Gaeta, delocalizzazione impianti itticoltura: interrogazione a Zingaretti

“Allo stato attuale non risulta ancora che la Regione Lazio abbia provveduto a delocalizzare gli impianti di itticoltura situati nell’area sensibile del golfo di Gaeta”.

Queste le parole del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Giuseppe Simeone che ha sottolineato che mancano ormai sei mesi alla scadenza della validità delle concessioni demaniali marittime rilasciate agli impianti di acquacoltura. Per questo ha presentato un’interrogazione urgente a risposta immediata al presidente Zingaretti e alla giunta regionale che sarà discussa già mercoledì 17 giugno nel “question time”.

L’obiettivo è quello di conoscere quali misure ed interventi siano stati messi in campo per far rispettare le prescrizioni normative del 2010 e del 2015.

Dalla necessità di recepire la Direttiva europea del 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane e solo successivamente ad una lunga serie di verifiche ed approfondimenti, la Regione Lazio, attraverso la delibera di giunta regionale 116/2010 ha designato il golfo di Gaeta come area sensibile.

Oltre a porre una serie di misure per prevenire e ridurre l’inquinamento delle acque del golfo di Gaeta, a stabilire l’adeguamento degli impianti di depurazione, a disporre anche limiti e restrizioni sugli scarichi nel mare, la delibera regionale ha stabilito soprattutto che gli impianti esistenti e autorizzati allo svolgimento di attività di itticoltura, siti all’interno dell’area sensibile del golfo di Gaeta, debbano essere ricollocati fuori dall’area sensibile e posizionati in modo tale che le correnti con convoglino gli apporti inquinanti prodotti nella zona marina individuata come area sensibile.

Nel 2015 sono state definite le specifiche inerenti gli impianti nell’area sensibile del golfo di Gaeta. Ad oggi, però – ha sottolineato Simeone – la delocalizzazione in offshore degli impianti di acquacoltura ricadenti nell’area sensibile del golfo di Gaeta, che avrebbe dovuto essere attuata dal 2015 non si è concretizzata.

Una determinazione dirigenziale del 2 luglio 2014 ha prorogato sino al 31 dicembre 2020 la validità delle concessioni demaniali marittime rilasciate dalla Regione Lazio relativamente agli impianti di acquacoltura. Mancano quindi 6 mesi.

“Ritengo – ha spiegato Simeone – che sia il caso di porre degli interrogativi. Quali provvedimenti ha adottato la Regione Lazio con riferimento alle strutture non più utilizzate o abbandonate? Quali misure ed interventi intende adottare al fine di ottemperare alle prescrizioni della delibera di giunta regionale del 2010 e della Determinazione del 2015? Quando si deciderà di liberare il golfo di Gaeta da impianti nocivi che sono in aperto contrasto con quanto stabilito dalla delibera di giunta regionale del 2010?

Mi auguro che già a partire da mercoledì si possano avere dall’amministrazione risposte chiare, nella speranza che si arrivi a soluzioni concrete in tempi brevi”.