Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Paolo Romano, ha respinto la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dal pubblico ministero Valentina Giammaria nei confronti di Costantino Di Silvio, noto come “Cha Cha”. L’uomo, ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia figura di vertice del sodalizio criminale riconducibile alle famiglie Travali e Di Silvio, resta quindi in libertà.
La Procura aveva chiesto il carcere per una serie di presunte violazioni delle prescrizioni imposte dal regime di sorveglianza speciale a cui il 57enne di Latina è attualmente sottoposto. Secondo quanto emerso dalle indagini, tra giugno e ottobre 2025 “Cha Cha” sarebbe infatti stato segnalato in tre occasioni: una volta trovato fuori casa oltre l’orario consentito, in due episodi sorpreso in compagnia di pregiudicati e, in un’altra circostanza, fermato alla guida di un’auto nonostante la patente revocata.
Durante l’interrogatorio, Di Silvio — assistito dagli avvocati Massimo Frisetti e Gaetano Marino — ha ammesso gli incontri, precisando però che si trattava di episodi fortuiti, privi di continuità. La versione è stata giudicata credibile dal gip, che ha rigettato la richiesta di arresto nella stessa giornata in cui l’istanza è arrivata in tribunale.
Secondo l’ordinanza, non vi sarebbe infatti prova di comportamenti abituali o sistematici: gli incontri con i pregiudicati sono risultati isolati e distanziati nel tempo di oltre un mese. Quanto al rientro tardivo a casa, il giudice ha riconosciuto la violazione ma l’ha definita di minima entità, trattandosi di un ritardo di soli 15 minuti — alle 21:15 anziché alle 21 — verificato il giorno stesso della notifica delle prescrizioni.









