Strade e ponti, il dramma di un territorio sconnesso nel cuore della provincia di Latina

Un territorio ferito e sconnesso. In un’Italia in cui crollano ponti e sprofondano strade, la provincia di Latina ci va a pennello. E nel mentre si discute sull’utilità della Tav o dell’autostrada Roma-Latina, Genova piange i suoi morti e soffre e nel suo piccolo anche la comunità pontina.

Terracina-San Felice Circeo sono separate dal 24 maggio 2017, quando la Provincia di Latina vietò il transito veicolare sul ponte del Sisto, per una verifica strutturale. Una doccia fredda all’inizio della stagione turistica, presagio di un punto di non ritorno: il 27 luglio la “sentenza”, il ponte a rischio crollo va abbattuto. A fine estate la demolizione dello storico passaggio, congiuntura essenziale di due realtà coese, a dispetto delle leggende popolari sulla perpetua rivalità tra terracinesi e sanfeliciani per via del moscato. Quel “nettare” di Bacco di un’economia antica che necessitava di un transito per il commercio, assicurato da una zattera per attraversare il Sisto. Dal dopoguerra del secolo scorso il ponte. Un’infrastruttura da tutelare (ci domandiamo se mai qualcuno sia andato a verificare i continui lavori in corso attorno ai piloni) e curare (con interventi manutentivi). Ma tant’è. Il ponte andava abbattuto e per fortuna è stato demolito prima che ci scappasse il morto.

A che punto siamo con la ricostruzione? Se tutto va bene l’11 dicembre dovrebbero partire i lavori, appaltati dalla Provincia, per la realizzazione di un ponte metallico e provvisorio. Calma. Meglio non farsi prendere dall’entusiasmo. Il sindaco di Terracina Nicola Procaccini ci ha appena spiegato che la ditta incaricata per il momento potrà demolire le spallette laterali: manca ancora il parere paesistico della Regione Lazio e un chiarimento con il Genio civile.

La tragedia della voragine sulla Pontina, il 25 novembre 2018, è arrivata come un’onda anomala, spezzando un’altra connessione. Quell’acqua e quel fango che hanno inghiottito Valter Donà, imprenditore 68enne di Terracina, sono una ferita aperta. C’è un corpo che va restituito alla famiglia e c’è l’inchiesta della Procura della Repubblica che deve fare luce sul disastro. Al chilometro 97,700, prima di quella maledetta domenica, c’erano segnali di rischio? C’era lo stesso rischio intercettato, fortunatamente per tempo, per il ponte sul Sisto? Interrogativi che emergono con la chiusa, avvenuta il 26 novembre 2018, del tratto poco più a nord della stessa Pontina, tra la Migliara 54 e la Migliara 56: necessaria la verifica sulla tenuta dell’infrastruttura stradale.

Come andrà a finire? L’Astral – riferisce il sindaco di Terracina – ha garantito di poter eseguire in trenta giorni i lavori, non appena l’area della voragine sarà dissequestrata dalla Procura. Impossibile valutare i tempi di attesa di un’indagine, tanto delicata quanto complessa, al centro della quale ci sono le ricerche di una persona dispersa.

Intanto si procede a zig-zag sulle Migliare… “sfondate”. Tra la 56 e la 58, utile passaggio per chi si dirige da Nord verso San Felice Circeo e Terracina e viceversa, via Colle La Guardia è stata chiusa subito dopo l’alluvione del 25 novembre. Piove, governo ladro! E perché, allora, non prendi la Litoranea? In fondo il percorso è ancora utile, un po’ sovraccarico ma utile… se per Fogliano non ci devi passare, perché la strada, a Latina, è chiusa tra via Isonzo e via del Lido a causa di un altro ponte fragile.

Il cuore della provincia pontina affonda sotto la pioggia battente (alluvionate Pontinia, Sabaudia e le zone rurali di Terracina) nella sua palude sopita, dando prova di volersi risvegliare, mentre i lacciuoli della rete viaria sembrano saltare uno dopo l’altro. C’è un territorio in emergenza: a rischio non soltanto la pubblica incolumità, che si tenta di tutelare chiudendo le strada, ma anche l’economia. Ne sanno qualcosa le attività della strada della provinciale che collegava il Circeo a Terracina, nel tratto da Golfo Sereno al Papillon, diventato in un anno e sette mesi un non luogo polveroso e dimenticato. Che l’inchiesta della Procura sul disastro della Pontina faccia il suo pieno e meticoloso corso; che la politica dia risposte immediate per risanare a tutto tondo il sistema stradale di questa provincia.