Il sindaco di Rocca di Papa non ce l’ha fatta, non si può morire di lavoro

Rocca di Papa

È morto il sindaco di Rocca di Papa rimasto coinvolto nell’esplosione al municipio. La notizia aveva colpito tutti, perché anche se avvenuta fuori dal territorio pontino, consideriamo quei luoghi molto vicini a casa. Insieme a Genzano, Nemi, Castel Gandolfo fa da cornice a tante giornate spensierate. Colpisce perché non si può morire ancora sul posto di lavoro. In municipio così come in un cantiere.

La Procura di Velletri ha già aperto un’inchiesta e saranno accertate le responsabilità. Ci sono tre indagati per questa tragedia che ha già registrato due morti. Prima del sindaco, il 47enne Emanuele Crestini, non ce l’ha fatta il suo delegato, Vincenzo Eleuteri, 68 anni.

Erano in corso lavori alle tubature del gas e proprio la rottura di una di queste avrebbe causato la deflagrazione. Tutto è stato svolto seguendo le procedure di sicurezza? In questo caso specifico saranno i giudici a dirlo.

In Italia, però, e così anche a Latina per la sicurezza spesso di risparmia. E così capita di vedere operai lavorare all’ultimo piano di un palazzo in costruzione senza casco. Oppure altri montare tende da sole al quarto piano e salire sulle finestre senza un minimo di protezione, senza corde che potrebbero assicurarli da una caduta.

Non succede mai niente. Però poi quando la disgrazia accade allora tutti si meravigliano. Quelle misure di sicurezza, che spesso troppo spesso vengono ignorate, da alcuni addirittura criticate perché “rallentano”, “alzano i costi”, “sono un problema”, servono a salvare padri e madri, figli giovanissimi magari al primo lavoretto in nero o malpagato. È dovere di tutti seguirle e di non ricordarsene soltanto quando avvengono le tragedie.