Integrazione, slogan di rabbia e la soluzione degli alunni di borgo San Donato

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In un panorama di slogan carichi di odio e di chiusura, in cui il tema dell’integrazione viene usata per fini politici, ci si può perdere. Non ci si concentra sulla soluzione, ma sulla rabbia, sulla necessità di affermare il proprio pensiero.

Poi, quasi per caso, si scoprono luoghi vicinissimi a noi, ma spesso sconosciuti o ignorati, in cui una soluzione la si cerca, e per alcuni versi già si è trovata, ogni giorno. Posti in cui i bambini non si pongono neanche il problema perché accanto hanno persone che hanno fatto loro vedere quanto sia meraviglioso l’incontro: incontro di genti, di culture, di emozioni.

Questa mattina gli alunni della scuola elementare di San Donato, a Sabaudia, hanno festeggiato la fine dell’anno scolastico. Le classi, tutte insieme, hanno messo in scena un musical ispirandosi a Peter Pan che nel raggiungere l'”isola che non c’è” ha attraversato tutte le fiabe Disney, in un clima di gioia. Due classi sono state poi premiate nell’ambito del concorso “Tematicamente” realizzato dalla Fondazione Minerva, nata soltanto qualche mese fa per contribuire a diffondere la cultura partendo proprio dai bambini. Un assegno è stato consegnato alle maestre per acquistare materiale scolastico dal segretario della fondazione, Davide Gabriele, che ci ha tenuto a ringraziare chi ha finanziato il concorso e si impegna per migliorare il territorio (Caffè Divino e Orizzonte fronte Plasmon).

I lavori dei ragazzi sono gentili, ricchi di umanità. Dovevano raccontare il quartiere dove vivono, ma hanno fatto molto di più: sono riusciti ad illustrare uno spaccato in cui le divisioni non esistono. Consapevoli chi di aver accolto e chi invece di essere stato accolto, tutti i bambini hanno espresso gratitudine per l’amicizia, la comprensione, la gioia che dà loro stare insieme.

La comunità indiana è numerosa nella zona e sono proprio i ragazzi stranieri, a Sabaudia da qualche anno, ad aver delineato con più forza il legame con il territorio. Le maestre, la preside Mariana Zannella, i genitori sono attori di questa realtà che si sviluppa concretamente e indipendentemente da tante parole spese. E che ci fa sperare davvero in un futuro diverso da quello che vede solo alzare muri.

(Foto di Rosa Federico)