Latina, Calandrini mattatore del question time. L’autogol dell’Anagrafe e nella cittadella il solito piromane

Nicola Calandrini

Nicola Calandrini protagonista, questa mattina, al primo question time della nuova amministrazione comunale di Latina. Il consigliere di opposizione ha presentato tre interrogazioni riguardanti le assunzioni del personale dello staff del sindaco, il trasferimento dell’anagrafe di Latina Scalo e gli interventi di pulizia del verde alla luce dei recenti incendi che hanno interessato anche la cittadella giudiziaria, ricevendo risposta, per le prime due, dall’assessore Antonio Costanzo e, per la terza, dall’assessore Roberto Lessio. Risposte insoddisfacenti per l’esponente di Fratelli d’Italia.

Lo staff del sindaco ed esterni al lavoro senza titoli

In particolare Calandrini ha chiesto lumi sulle modalità di assunzione dello staff del sindaco e di sapere a che titolo persone estranee alla pianta organica del Comune abbiano operato all’interno degli uffici. L’assessore Costanzo ha riferito sull’argomento, dichiarando sostanzialmente che le assunzioni, tre di categoria C e una di categoria D, sono avvenute sulla base di curricula e che a differenza della precedente amministrazione targata Giovanni Di Giorgi sono state più contenute sia in termini numerici (nello staff dell’ex sindaco erano state assunte in tutto 11 persone) che di categoria (nello staff dell’ex sindaco Costanzo ha contato 4 categorie D) quindi con una spesa nettamente inferiore al passato. L’assessore ha tuttavia aggiunto che, nel prossimo futuro, per gli assunti nello staff del sindaco, sulla base delle esperienze acquisite su campo, è possibile che siano riconosciuti emolumenti accessori. In quanto alla loro presenza in Comune, prima dell’effettiva assunzione avvenuta il 12 luglio (le tre C) e il 26 luglio (quella del capo di gabinetto – categoria D), Costanzo l’ha giustificata sostenendo la necessità di valutazioni di logistica e che il ritardo con il quale è stato inquadrato il capo di gabinetto è scaturito dal ritardo conseguente all’ok all’aspettativa richiesta presso il suo datore di lavoro necessario ai fini dell’assunzione dell’incarico. In ogni caso, ha detto Costanzo, prima di questa data nessuno di loro ha operato negli uffici. Ed è proprio su quest’ultima risposta che Calandrini si è detto insoddisfatto dal momento che persone che hanno preso parte alla campagna elettorale del sindaco, al di là di quelle poi assunte nello staff, abbiano fatto molto di più di un semplice capolino in Comune “operando negli uffici, utilizzando dati sensibili”. Una circostanza per Calandrini che lascia aperta la via di un ipotetico usurpazione di titolo oltre che della violazione della privacy. Eppoi, ha commentato, “l’assessore Costanzo ha fatto demagogia nel paragonare le assunzioni dello staff di Coletta con quelle di Di Giorgi”. “Nessuno – ha detto il consigliere – ha contestato le assunzioni in sé. E’ giusto che un sindaco di una città come Latina si avvalga di propri collaboratori. La questione sollevata riguarda le regole trasgredite”. Nella sua riposta all’interrogazione, Costanzo ha anche chiarito il ruolo della segreteria politica: curare i rapporti istituzionali con gli enti in supporto al capo di gabinetto.

L’anagrafe di Latina Scalo e la sperimentazione alla stazione

Per quanto riguarda la questione del trasferimento dell’anagrafe di Latina Scalo, Calandrini ha spiegato che l’interrogazione nasce dalle dichiarazioni del sindaco Damiano Coletta rilasciate in un video report delle attività settimanali con le quali aveva affermato di voler spostare l’ufficio Anagrafe nell’infopoint della stazione ferroviaria rimasto inutilizzato. “Una follia, un autogol”, per il consigliere di opposizione. Calandrini ha spiegato che la sede indicata dal sindaco non è idonea ad ospitare uffici comunali, tanto più l’ufficio Anagrafe. “Si tratta di una struttura leggera, fatta di vetro, pensata e realizzata per un ufficio informazione. L’Anagrafe ha bisogno di una cassaforte per la protezione dei documenti e soprattutto delle carte di identità, che sono preziosissime, e di vetri anti-proiettili”. Per l’esponente di Fratelli d’Italia, inoltre, la location risulterebbe scomoda all’utenza, migliaia di cittadini che attualmente si recano nella sede del centro storico di Latina Scalo a piedi, avendo vicini tutta una serie di altri servizi. “Immaginate il disagio per gli anziani di arrivare alla stazione o il disagio per le mamme che per ritirare i buoni mensa devono arrivare fino allo scalo dei treni”.  L’assessore Costanzo, nella sua risposta, ha spiegato che il trasferimento dell’Anagrafe sarà legato ad una sperimentazione. Ha detto cioè che una parte del personale sarà spostato all’Infopoint mentre la sede del centro urbano di Latina Scalo resterebbe operativo per non creare disagi all’utenza. “Poi si vedrà quali delle due sedi è più idonea per l’Anagrafe e come utilizzare quella che resterà libera, aprendo un confronto con i cittadini”. Costanzo ha infine affermato che l’Anagrafe di Latina Scalo, dopo sua verifica, risulta poco utilizzata. Apriti cielo. Calandrini ha ribattuto punto per punto alla risposta di Costanzo, dopo aver affermato che “non è lesa maestà se il sindaco ammettesse di aver detto una cosa con leggerezza”, riferendosi al video-report. “L’avremmo finita qui – ha detto Calandrini – e invece si vuole giustificare un vezzo, un capriccio. Sì, un capriccio perché altrimenti non si spiega che con tutte le emergenze di questa città si pensi di voler spostare l’Anagrafe di Latina Scalo, sulla cui utilità i cittadini utenti, tantissimi, altro che la verifica del sindaco in pieno agosto, sono tutti d’accordo. La proposta della sperimentazione è inaccettabile, ribadisco: un autogol. Per stessa ammissione di Costanzo non saranno trasferiti i documenti. E allora se uno richiede il rilascio della carta di identità o di qualsiasi altro documento che si fa? Si dice ad un impiegato di fare la spola tra la sede del centro e l’infopoint? Un’assurdità”. In altre parole “giù le mani dall’Anagrafe di Latina Scalo”. Calandrini è pronto alla raccolta di firme. Per quanto riguarda l’Infopoint, il consigliere ha suggerito al sindaco di metterlo a bando e di assegnarlo ad un’associazione in grado di offrire un servizio di informazione per i pendolari che tutti i giorni arrivano e partano dalla stazione ferroviaria di Latina molti dei quali hanno bisogno anche di conoscere orari e destinazioni di mezzi diretti non solo in centro ma anche in altri comuni.

Il verde, l’incendio, la cittadella giudiziaria e il piromane di turno

Calandrini è partito dal fatto di cronaca del rogo attorno alla cittadella giudiziaria e in via Germania per dire al sindaco che se è vero che le ordinanze per la pulizia dei fondi, sebbene superate dal regolamento di pulizia urbana, a volte sono necessarie per “ricordare” le azioni da svolgere finalizzate alla prevenzione degli incendi. Ma al di là di questo il consigliere ha chiesto se siano stati affidati servizi per la manutenzione del verde pubblico e che risorse ci sono a disposizione per la stessa. A rispondere all’interrogazione è stato l’assessore Roberto Lessio. In quanto all’ordinanza, Lessio ha spiegato che il Comune ha ricevuto invito dal Prefetto di Latina il 4 luglio ma che sebbene predisposta, per una serie di difetti di comunicazione non è arrivata alla firma. L’assessore si è quindi dilungato sugli incendi che hanno interessato la cittadella e via Germania affermando che testimoni oculari hanno visto una persona cospargere benzina: “Il solito piromane che, con un bastone alla cui estremità ha attaccato uno straccio imbevuto di liquido infiammabile, ha ‘strisciato’ sui rovi. Sarebbe la stessa persona ad aver agito in una giornata di vento. Ma questa è una questione che riguarda gli inquirenti”. L’assessore ha poi riferito sul cantiere della cittadella sostenendo di essere a caccia della curatela, per poi affermare tra le altre cose che con i soldi spesi dal Comune per l’affitto dell’attuale sede della Procura, in via Ezio, si sarebbero potute realizzare due cittadelle. Dunque, la questione della gestione del verde. “Come sapete, c’è un’inchiesta giudiziaria sullo spacchettamento del verde. Alcuni degli indagati lavorano nell’ufficio parchi e giardini. Ma al di là di questo, qualche intervento è stato svolto da cooperative… che hanno obblighi di legge”. Lessio ha voluto porre l’attenzione al verde di viale Italia dove, al posto dei pini pericolanti, sono stati piantati pini che in parte sono già morti e altri destinati a morte certa a causa di un insetto che li ha infestati. “Ora c’è il rischio – ha commentato l’assessore – che anche altre piante del circondario sia contagiate”. In quanto alle risorse destinate al verde, per Lessio c’è poco da dire: sono pochissime. Ciò nonostante, il delegato al verde del sindaco Coletta ha riferito che è in corso una verifica dell’assessore al bilancio per aumentare gli stanziamenti. Calandrini, anche in questo caso insoddisfatto, ha voluto ribattere sulla cittadella sostenendo innanzitutto che, a suo dire, Lessio ha detto cose non vere riguardo all’affitto per gli uffici della Procura: “Il Comune è obbligato per legge a pagare l’affitto, ma i soldi poi gli vengono restituiti dal Ministero. Lessio non deve dire che si sarebbero potute costruire due cittadelle. E comunque, l’assessore è entrato a gamba tesa in un argomento che non è di sua competenza, interferendo nel dibattito consiliare che non gli compete. Spettava al sindaco, eventualmente, fare delle considerazioni politiche. Ma ho visto che non è intervenuto”.