Il Latina Calcio nella “pancia” del riciclaggio. L’”ostacolo” Maietta e il “carteggio” Censi

Da sinistra i sostituti procuratori Giuseppe Bontempo, Claudio De Lazzaro e Luigia Spinelli e il procuratore capo Andrea De Gasperis

Tredici le operazioni finanziarie sospette al centro delle indagini, avviate ad aprile 2015, che hanno portato oggi all’operazione Arpalo, con l’esecuzione di 13 misure cautelari e del sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 25 milioni di euro. Operazioni scandagliate dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza i cui accertamenti sono stati favoriti da un’attività rogatoriale, richiesta dalla Procura di Latina, che ha consentito indagini in Svizzera con l’acquisizione di importanti documenti.

L’inchiesta a carico del commercialista di Latina Pasquale Maietta e dei componenti del sodalizio posto sotto accusa, in ordine ai reati di frode fiscale, riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, si è sviluppata, come hanno spiegato questa mattina gli inquirenti nel corso della conferenza stampa indetta dal Procuratore capo Andrea De Gasperis, sotto diversi profili seguiti dal Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Latina, dalla Squadra Mobile della Questura di Latina e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, oltre che dal Nucleo di Polizia Valutaria.

Seguire i soldi

Da quanto si è appreso le operazioni sospette, eseguite da persone oggi arrestate, erano state segnalate da istituti bancari. Soldi provenienti da conti svizzeri attraverso un sofisticato sistema di riciclaggio. Da qui la necessità di studiare nel dettaglio il flusso e procedere con accertamenti a monte e a valle. Da dove venivano e a cosa servivano. Venivano, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dalle attività di un mosaico di società cooperative operanti nel settore dei trasporti con commesse importanti in totale evasione fiscale e contributiva in spregio alla corretta concorrenzialità, offrendo servizi a prezzi stracciati. Dunque, i proventi dell’evasione fiscale venivano trasferiti nei conti svizzeri cifrati di società anonime, lasciando morire le società cooperative per ricostituirne altre al medesimo scopo. Parallelamente i capitali accantonati ritornavano in società costituite in Italia, speculari alle società anonime, che acquistavano e detenevano beni immobiliari, che effettuavano attività commerciali e finanziarie ponendo in essere il riciclaggio utile al sodalizio e ai finanziamenti occulti in favore del Latina Calcio. Le indagini patrimoniali svolte in parallelo hanno irrobustito il quadro indiziario a carico degli indagati e consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine ad ulteriori ipotesi di intestazione fittizia di beni nonché di addivenire al sequestro di ingentissimi patrimoni illecitamente accumulati in evidente sproporzione con i redditi dichiarati dagli stessi indagati.

Maietta, un ostacolo per gli accertamenti

Ad ostacolare le indagini la posizione di Maietta che, in quanto deputato della Repubblica, beneficiava dell’immunità parlamentare. Motivo per cui le intercettazioni a carico dei diversi indagati venivano puntualmente interrotte non appena gli stessi entravano in contatto con il commercialista deputato, nonché presidente del Latina Calcio, sebbene fosse già ritenuto, anche nel corso di questi accertamenti, promotore ed organizzatore dell’associazione a delinquere che si andava delineando. Come ha spiegato oggi il procuratore De Gasperis non si poteva correre il rischio di rendere inutilizzabili le intercettazioni.

Un aiuto alle indagini dagli accertamenti sul suicidio di Censi

Le indagini svolte dalla Squadra Mobile a seguito del suicidio dell’avvocato Paolo Censi, avvenuto il 23 dicembre 2015 nel suo studio di piazza Bruno Buozzi, hanno contribuito alle investigazioni avviate ad aprile dello stesso anno. A rivelarlo è stato questa mattina il procuratore capo riferendo che all’interno dello studio in cui si era tolto la vita il noto avvocato di Latina era stato rinvenuto un carteggio, tutto strappato, poi ricostruito dalla Squadra Mobile. Quei fogli di carta, accuratamente ricomposti, costituivano un colloquio scritto tra l’avvocato Censi e il giovane collega Fabrizio Colletti, oggi arrestato insieme alla madre, Paola Cavicchi, ex presidente del Latina Calcio. Una conversazione su carta, per evitare con molta probabilità che fosse intercettata, dalla quale emergeva la piena consapevolezza dei due interlocutori delle indagini in corso tanto da prevedere pene in ordine ai probabili reati eventualmente contestati. Per gli inquirenti quella conversazione “strappata” confermava il collegamento tra le società svizzere e quelle italiane. Anche Censi coinvolto nell’inchiesta? L’avvocato si era recato a Lugano, sede delle società anonime, poco tempo prima di suicidarsi con Maietta e Cavicchi. Il procuratore De Gasperis oggi ha ipotizzato che l’avvocato Censi, per conto dei suoi assistiti, si sarebbe recato in Svizzera per attività di indagini preventive compatibili con la sua professione. De Gasperis ha anche escluso che dall’inchiesta Arpalo possano arrivare chiarimenti sul suicidio e sull’ipotesi di induzione al suicidio. Insomma, per la procura di Latina il suicidio di Censi nulla avrebbe a che vedere con il riciclaggio orchestrato, secondo la ricostruzione fornita oggi dagli investigatori, da Maietta.

Di seguito le foto della conferenza stampa e due contributi video